Il clickbait che ci regala l’inutile
Il clickbait che ci regala l’inutile. “I personaggi pubblici perdono la possibilità di proteggersi dalla rivelazione di fatti riguardanti la loro vita privata”, ha scritto in un suo libro il giurista statunitense Cass Sunstein. Ma come la mettiamo quando sono loro stessi a rivelare i particolari del loro quotidiano? Una domanda che non ha risposte, nell’era di un’informazione che è sì sempre più dominata dal gossip e dalle fake news ma è anche ogni giorno gonfiata da notizie francamente inutili, del tutto ininfluenti anche per chi può appassionarsi al più piccolo dettaglio del racconto di una vita.
Non aiuta, anzi accelera questo frullatore, l’attuale titolazione degli articoli giornalistici, specialmente quelli pubblicati online, che sono soggetti, come in tutte le notizie della Rete, alle ottiche dell’ottimizzazione per i motori di ricerca (il famigerato acronimo Seo) e, ancor più, all’esigenza del clickbait. L’acchiappaclic impera, è d’obbligo un titolo che inciti il frettoloso lettore dell’online facendo leva sul suo aspetto emozionale. Una pratica che non garantisce alcun risultato efficace, il suo fallimento genera talvolta titoli straordinariamente emblematici della sovrabbondanza dell’inutilità.
A cosa serve, se non a mettersi fretta nell’inseguire un sensazionalismo che incuriosisca, titolare un’intervista del Corriere della Sera a Nada Mayer, agente immobiliare e noto volto tv, “Mio padre era un despota violento. Sono separata, ma vivo con il mio ex marito e sua madre”? Chissà, forse a scoprire che le impennate del mercato immobiliare affliggono pure i vip? Cliccando l’articolo – ecco, ci siamo caduti – almeno si coglie nel racconto un lieto fine che ci mette l’anima in pace: “Cinque anni fa, siamo tornati a vivere sotto lo stesso tetto. Ora condivido la casa con lui, i nostri due figli maschi e mia suocera di 87 anni: ci vogliamo bene e abbiamo stima reciproca”. Ma la sovrabbondanza del privato è sempre dietro l’angolo: “Guardo le cose semplici, che però sono le più vere. Sto spesso tra le mie rose e nell’orto, ma adesso ho una spinosa che si mangia tutta la bieta e i finocchi”. Una rivelazione che, sinceramente, mette ansia. Poi, finalmente ciò che ci mette tranquilli: “Non ha toccato le cipolle”.
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