False attestazioni per insegnare: arresti tra Puglia e Campania
Arresti e misure cautelari in un inchiesta tra la Puglia e la Campania sulle false attestazioni per insegnare nelle scuole. Un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Foggia è stata notificata a 12 persone (tre sono destinatari degli arresti domiciliari e nove di una interdittiva della sospensione dall’esercizio dell’attività di insegnamento) su richiesta della Procura della Repubblica, con l’accusa a vario titolo di avere prodotto e impiegato false attestazioni e titoli di studio utili a scalare le graduatorie per l’insegnamento.
Le accuse sono pesanti: concorso in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, esercizio abusivo della professione e favoreggiamento personale.
L’operazione è stata svolta dai carabinieri di Cerignola nelle province di Foggia e Caserta e trae origine da esposti anonimi che hanno fatto scattare una attività investigativa avviata dai carabinieri di Stornarella, un Comune di 5mila abitanti nella Piana del Tavoliere, nel mese di agosto dello scorso anno.
Indagini proseguite fino al mese di maggio di quest’anno e che hanno evidenziato il ruolo di un’avvocata del foro di Foggia, di suo marito, un insegnante, e del dirigente di un istituto paritario. I quattro, in concorso tra loro, avrebbero avviato all’indirizzo degli uffici scolastici provinciali alcuni certificati falsi e comunicazioni Unilav che documentavano per gli anni compresi tra il 2018 e il 2023 fittizi rapporti lavorativi con una scuola paritaria in provincia di Caserta. Un particolare che avrebbe consentito a nove persone di iscriversi nelle graduatorie provinciali di supplenza in una posizione determinata da punteggi calcolati sulla base di queste false attestazioni.
Documentazione copiosa, questa delle false attestazioni, finita al centro delle indagini. Tra gli indagati, pure il dirigente di un istituto paritario della provincia di Caserta che con false dichiarazioni e attestazioni anche su attività di docenze mai svolte, avrebbe consentito ai 9 indagati di ottenere punteggi per scalare le graduatorie dell’insegnamento.
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