Affluenza in calo sia in Umbria che in Emilia Romagna
Sono ufficialmente chiusi i seggi in Umbria ed Emilia Romagna, le ultime competizioni elettorali di 2024 che ha visto i cittadini di ben sette regioni chiamati alle urne e il dato relativo all’affluenza si conferma estremamente basso. A breve si saprà chi tra l’uscente governatrice Donatella Tesei e la sindaca di Assisi Stefania Proietti si sarà aggiudicata l’Umbria e chi, invece, tra il candidato del campo largo Michele De Pascale e l’esponente del centrodestra Elena Ugolini avrà conquistato l’Emilia Romagna. In quest’ultima regione non dovrebbe esserci partita, come da tradizione, mentre in terra umbra si profila un serrato testa a testa. In ogni caso, anche in questa occasione, in linea con un preoccupante trend che ha accompagnato tutti gli appuntamenti elettorali dell’anno, il primo partito si conferma essere quello dell’astensione, con un’affluenza che si limita a sfiorare il 53% in Umbria e addirittura attorno solamente al 45% in Emilia Romagna. Rispetto agli appuntamenti elettorali regionali, sono rimasti rispettivamente a casa il 11% e ben il 22% degli elettori in più, nonostante le urne siano rimaste a aperte per due giorni. In Emilia Romagna si registra, quindi, una fortissima astensione, oltretutto in una regione storicamente sopra alla media nazionale per quanto riguarda l’affluenza ai seggi.
Una dinamica che per il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo rappresenta “un campanello d’allarme che la politica deve saper cogliere e deve saper interpretare. Se abbiamo tanti cittadini che non partecipano al momento clou della vita politica, il voto, quando un cittadino ha effettivamente la possibilità di incidere, significa un disinteresse verso la politica. Dobbiamo tornare a fare politica nel senso nobile del termine, che significa saper dialogare e ascoltare, penso che sia uno degli impegni e uno dei doveri che deve avere un politico”.
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