L’INGRANDIMENTO – Il gas russo, la fine di un’era Ue: la prossima sfida è decisiva
È davvero la fine di un’era in Ue. Detto, fatto: gli austriaci di Omv non pagano e Gazprom, già da sabato, ha tagliato le forniture di gas. Poche settimane e l’oleodotto che attraversa l’Ucraina sarà chiuso. L’Europa si ritrova alla fine di un’era. Solo che di modelli nuovi, per il momento, non ce n’è. Il commissario Ue Paolo Gentiloni l’ha detto in un’intervista a Le Monde: fine di un’era. Anzi di un’illusione. La triplice illusione, dice Gentiloni: l’energia a basso costo dalla Russia, l’export infinito verso la Cina, le spalle coperte dagli Usa. Il modello Merkel è finito. E adesso, gli stessi che l’incensavano (tra cui proprio lui), l’attaccano. Sic transit gloria mundi, Angela. Ma l’Europa, più che uno, ha tre problemi. La Nato batte cassa, con la Cina si parla più di dazi che di commerci. Ma il più pressante sarà quello energetico. Dall’Austria dicono che quest’inverno non ci saranno problemi: gli stoccaggi sono pieni al 90%. E ciò che manca arriverà dalla Norvegia, via Germania, o dall’Italia, via nave. Ecco, è quel via nave che un po’ fa sorridere. Perché siamo, pur sempre, l’Italia del “no” a tutto. Del parco acquatico al posto dell’Ilva a Taranto. Della sindrome nimby mascherata da ambientalismo d’alto livello. Siamo il Paese dei Tar, dei processi lenti, dei ricorsi e delle denunce che non si negano a nessuno. L’era delle illusioni è finita. La guerra, che lo si voglia o no, è questo; un potente schiaffone che ci sveglia dal sonno della ragione, del diritto e della strategia. E l’Europa arranca, divisa tra interessi contrapposti e un sistema politico istituzionale imbarazzante per elefantiasi burocratica e inconsistenza di fronte ai casi di bottega di ogni singolo Paese membro.
Torna alle notizie in home