Sequestro lampo del manager Guidotti in Russia: un uzbeko chiese il riscatto in Italia
Clamorosa svolta per il sequestro lampo del manager 56enne Stefano Guidotti avvenuto il 28 giugno scorso in Russia. Un arresto in Italia, a distanza di oltre 4 mesi, ad opera dei Ros dei carabinieri. Guidotti, alto responsabile in Russia per conto del gruppo bergamasco Siad specializzato nella produzione di gas tecnici industriali fu catturato nel centro della capitale russa, sul viale Sadovaya-Triumfalnaya, e spinto all’interno di un’automobile Bmw. La polizia russa, allertata in giornata dalla moglie di Guidotti e dai suoi familiari, ritrovò prima l’automobile dopo tre giorni di ricerche a Bryansk, nel microdistretto di Novostroika, a oltre quattrocento chilometri di distanza rispetto al luogo del sequestro e poi liberò Guidotti, in circostanze che non furono chiarite, arrestando tre persone del posto.
Ora, la svolta sui fatti avvenuti in Russia, resa nota a Bologna nel corso di una conferenza stampa con il procuratore reggente Francesco Caleca e la pm della Dda Beatrice Ronchi. A Bologna Guidotti, che vive con la sua famiglia a Milano mentre la sua famiglia originaria è residente a San Benedetto del Tronto, ha negli anni passati studiato e si è laureato.
Arrestato dai Ros dei carabinieri un cittadino 44enne di origine uzbeka che viveva in Italia, a Faenza, con passaporto russo e che in passato aveva lavorato come consulente della Siad per l’area geografica che comprendeva pure la Russia. Le indagini svolte in Italia hanno permesso di accertare che l’uomo, nell’immediatezza del sequestro avvenuto in Russia, si incontrò in Italia quello stesso 28 giugno, proponendosi come intermediario di un riscatto da pagare per la ,liberazione del manager. L’uzbeko concordò con il dirigente Siad anche un secondo incontro che però non avvenne mai proprio perché, ad opera degli agenti della polizia russa, avvenne la liberazione di Stefano Guidotti.
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