Fly me to the moon, le donne su tela di Luna Berlusconi
Fly me to the moon, la mostra personale di Luna Berlusconi si snoda su tredici tele tutte dedicate alla figura della donna. Nella serie dedicata alla poesia dello spazio, là dove si può volare fino alla luna, emerge con massima espressione artistica una donna sinuosa che conquista volumi anatomici che si fanno dimensione, occupando appieno la superficie delle tele.
Figure femminili, ispirate all’estetica di Fernando Botero, che emergono con forza dal buio dello spazio, in cui la luna si fa dettaglio dorato tra le scale di grigi, per affermare tutta la loro sensualità e potenza vibrante.
“Frammenti di luna” un grande quadro con due figure di donna, quasi primitive, dal tratto essenziale eppure energiche, possenti; “Notte di San Lorenzo” nudo di donna, di schiena, dalla bellezza scultorea, che si impone allo spettatore e lo avvolge con tutta la sua potenza; “Sigaretta nello spazio” una regina affacciata a un balcone lunare, che osserva solenne lo spettatore come si osservano le effimere faccende terrestri.
Fly me to the moon, le opere
Tre opere potenti, tre donne maestose, statuarie, sicure di sé stesse e allo stesso tempo sentimentali.
In mostra anche la serie ispirata a Pablo Picasso e consacrata alle notti insonni e ai pensieri notturni dove le donne si fanno pensierose, oniriche, romantiche nel buio della notte. Anche qui, emergono oceani di nero, come abissi profondi.
Ma è una tenebrosità che non spaventa, grazie ai suoi lampi di colore e alle dolci figure femminili, che accendono una luce quando la notte si fa più buia.
“Sotto il sole di Capri” e “Lettera d’amore”, un ricordo vivo e malinconico di una passione estiva. Sempre dalla serie in omaggio a Picasso, “La sposa di Messina” e “La fanciulla del West”: due volti femminili dai tratti essenziali e dallo sguardo enigmatico, in cui i grigi entrano in contatto con coppie di colori complementari: arancione e verde, giallo e viola.
Infine, le sculture in ceramica smaltata: “Divina”, “Driade” e “Naiade”. Tre donne tridimensionali, dalle forme sinuose che, volutamente, vanno oltre il concetto di perfezione estetica. Tre divinità, tre corpi che esplodono di energia e che vanno a recuperare codici artistici antichi, quasi prefigurativi. Un messaggio di accettazione del sé che rivendica il diritto di mostrarsi agli occhi del mondo proprio con quelle imperfezioni che rendono il corpo femminile unico e divino.
Tutte opere dedicate alla donna, tranne una, “Paperino”, un guizzo di carattere pop, ironico e dissacrante che invita a non prendersi mai troppo sul serio.
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