Cronaca

Evasione da 520 milioni con il metodo mafioso: 43 arresti, 200 indagati

di Ivano Tolettini -


Un’attività illecita così fiorente da stimolare la saldatura di interessi mafiosi e camorisstici. Il cuore della gigantesca frode fiscale carosello dal sapore mafioso, erano 269 aziende con sede a Roma cosiddette “cartiere”, perché non avevano né dipendenti né strutture operative, che avevano il compito di interporsi tra il venditore dei prodotti informatici in Europa e gli acquirenti finali italiani, che avevano il vantaggio di pagare a un prezzo “scontato” computer e materiale perlopiù marchiato Apple. Le società “missing traders” erano intestate a prestanome, quasi sempre individui spiantati, e centrifugavano la maxifrode al Fisco con fatture false per 1,3 miliardi di euro, stimata dal tribunale di Milano in 520 milioni di euro, oggetto del sequestro preventivo per equivalente firmato dal Gip Mattia Fiorentini. Dall’alba di ieri centinaia di militari della Guardia di Finanza delle legioni Lombardia e Sicilia, coordinati dai magistrati della Procura Europea “Eppo”, hanno eseguito perquisizioni in numerosissime province italiane e hanno eseguito 43 arresti: 34 misure cautelari in carcere, 9 ai domiciliari. Inoltre, il giudice ha disposto quattro misure interdittive. Le accuse, a vario titolo, contemplano l’associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’Iva intracomunitaria e al riciclaggio dei relativi profitti. Poiché tra il 2020 e le scorse settimane, epoca in cui si sarebbe consumata la ingente frode, le società cartiere una volta esaurito il loro compito illegale sono state accompagnate al fallimento, sono contestati anche i reati fallimentari. A molti dei 200 indagati è contestato il metodo mafioso, poiché i magistrati di Milano e Palermo hanno constatato che la mafia avrebbe avuto un ruolo di peso una volta subodorato l’affare nello spartirsi il profitto. Tra coloro che sono stati raggiunti dalle misure cautelari ci sono anche sette stranieri a carico dei quali è stato spiccato il mandato di arresto europeo. Sono quattro cittadini della Cechia, Olanda, Spagna e Bulgaria. L’inchiesta è stata ribattezzata in codice “Moby Dick” ed è una delle più clamorose da quando è stata costituita la Procura Europea “Eppo”. I sequestri coinvolgono anche alcuni complessi residenziali del valore di 10 milioni di euro nel Palermitano, a Cefalù, oltre a numerosi altri immobili delle società coinvolte a Chiavari (Genova), Bellano (Lecco), Noli (Savona), Cinesello Balsamo (Milano) e il capoluogo lombardo. Le indagini hanno visto incrociarsi il lavoro dei finanzieri del nucleo di Polizia economico-finanziaria di Varese e Milano con i detective della squadra mobile di Palermo e dello Sco di Roma, che hanno cominciato a leggere in filigrana la truffa fiscale che interessava 400 società, che avevano diramazioni sia nell’Unione Europea (Spagna, Lussemburgo, Cechia, Slovacchia, Croazia, Bulgaria, Cipro e Olanda) che in Paesi extra Ue come Svizzera e Arabia Saudita.

IL CRIMINE COALIZZATO – Ad almanaccare la saldatura di interessi mafiosi e comorristici in una intercettazione ambientale del 10 marzo 2022 è uno degli arrestati, il milanese Rodolphe Ballaera, ritenuto uno dei vertici della organizzazione: “Dai cominciamo così e dopo ogni tanto vediamo un po’ per la parte finanziaria. Ho cinquanta società che possiamo ogni tanto piantare e lasciamo un po’ di factoring in giro. Ho Palermo sopra la testa ed ora ho pure Napoli”. Per i magistrati Ballaera al suo interlocutore spiega di avere sopra di sé il palermitano Tony Lo Manto, anche lui in carcere e ritenuto vicino ai clan di Brancaccio e la mala campana, riconducibile ai clan camorristici dei Di Lauro e dei Nuvoletta. Ballaera conversando con Lo Manto dice “mangiamo i crediti, mangiamo i soldi degli altri, per me non c’è alcun dubbio sul fatto che arrivando a fine mese te e Simone (Liparulo, cognato del figlio del boss del clan Nuovoletta) avete bisogno di un incasso. Per me…ce l’ho ben presente”. Il procuratore capo europeo, Laura Kövesi, sottolinea che “L’inchiesta Moby Dick dimostra che non esistono due mondi criminali separati. Il mondo dei criminali davvero cattivi e pericolosi che contrabbandano droga, trafficano persone da un lato e il mondo dei criminali dai colletti bianchi, che si limitano a corrompere e riciclare denaro, dall’altra parte”. Questa saldatura tra i due mondi criminali dimostra a che punto è arrivata l’organizzazione nelle frodi al bilancio dell’Unione.


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