La Borsa benedice la nascita di quello che numerosi osservatori hanno già ribattezzato come il terzo polo bancario italiano. I titoli di Mps e di BancoBpm hanno vissuto una mattinata, anzi una giornata, da leoni con rialzi golosissimi stimati, rispettivamente, nel 14% e nel 3,7%. Chi, però, gode (davvero) è il ministero dell’Economia e delle Finanze con Giorgetti che può stappare la migliore bottiglia: dal collocamento del 15% delle azioni di Mps, infatti, il Mef incasserà 1,1 miliardi di euro e consente al centrodestra, e in particolare al solerte leader della Lega Matteo Salvini, di capitalizzare una vittoria politica. I protagonisti della vicenda, però, sono (anche) altri. Oltre a BancoBpm e la sua partecipata Anima (complessivamente la loro quota è pari al 9% e comunque non supera il 10% che avrebbe richiesto la presentazione di un’autorizzazione), ci sono anche i grandi protagonisti del capitalismo finanziario italiano. C’è Caltagirone che (rientra) in Mps acquisendo il 3,5% delle azioni. E c’è la famiglia Del Vecchio che, per il tramite della finanziaria Delfin, ha acquistato una quota dello stesso peso. Gli osservatori ritengono che adesso Mps, con BancoBpm, possa recitare un ruolo decisivo nello scenario creditizio italiano. Quello del terzo polo bancario dietro Unicredit e Intesa-San Paolo. E lo stesso Giorgetti avvalora questa analisi: “Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo”.