Editoriale

Due pesi e due misure: la sinistra e la realtà

di Adolfo Spezzaferro -


Politicamente corretto e democrazia corretta. Sono due assurdità (la seconda non si coglie immediatamente, ma ci arriveremo) che vanno di pari passo. Castronerie elevate a dogma (e che discriminano le persone intelligenti) che tengono banco tra i radical chic e i liberal occidentali. Un mantra recitato (con la stessa spontaneità dei cagnoletti di Pavlov) anche dalle anime belle della sinistra italica. Con il giusto distacco dalla straripante vittoria di Donald Trump negli Usa e dai fatti del “cattivo maestro” Christian Raimo, sospeso per tre mesi per aver insultato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, facciamo una breve ma intensa riflessione. Cosa c’entra la sconfitta della dem Kamala Harris negli States con Raimo sospeso? Presto detto: sono due facce della stessa medaglia. Assistiamo infatti ancora una volta all’applicazione dei due pesi e due misure, a seconda se si tratti degli illuminati progressisti a cui tutto è concesso (almeno nella loro mente bacata) o dei loro avversari. Trump stravince nel voto popolare e nei due rami del Congresso, con una maggioranza assoluta dei Repubblicani? Per la sinistra la democrazia Usa è in pericolo. Anzi è stata distrutta dai social (questo quando X di Musk è l’unico social davvero libero, quindi garanzia di democrazia, tanto per dire). Gli americani hanno votato male, perché hanno votato per “il cattivo” e non per “la buona” (guerrafondaia)? La colpa è della loro profonda ignoranza. Questa sarebbe dunque la democrazia americana in mano alla sinistra, quando la democrazia americana elegge presidente un candidato di destra. Se invece gli americani avessero dato retta a Hollywood, alle starlette pop, ai super vip liberal tutti diritti Lgbt e altra fuffa che al redneck dell’America profonda interessa zero, allora sarebbero stati i figli super cool della “più grande democrazia del mondo”. Stesso discorso vale per il caso Raimo: il “cattivo maestro” (lo mettiamo tra virgolette perché non lo si può certo definire un intellettuale) è un paladino dei diritti, un alfiere del repertorio antifa e compagnia brutta, quindi anche del politicamente corretto. Dogma il cui rispetto dovrebbe fargli impedire di dare del lurido a qualcuno, che per di più è il suo capo, il suo datore di lavoro. La sinistra invece si strappa le vesti perché questo professorino rancoroso è stato sospeso. Nessun rimbrotto però per l’aver insultato qualcuno e aver incitato alla violenza contro di lui, perché quel qualcuno è un avversario politico. Due pesi e due misure, insomma. Per fortuna che chi è dotato di coscienza critica e buon senso riconosce l’unica misura che vale: quella della realtà.


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