All’Asl di Bari uno “schema” per la corruzione diffusa e per truccare le gare: 10 arresti
L’Asl di Bari asservita alla corruzione: dieci misure cautelari sono state eseguite dalla Guardia di Finanza del capoluogo pugliese nell’ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica a carico di altrettante persone per reati contro la pubblica amministrazione. Sono accusate di associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio e turbata libertà degli incanti.
Il procuratore capo Roberto Rossi ha sottolineato che il “sistema diffuso di corruzione”, alla fine, comportava “la forte lievitazione dei costi nella fase di realizzazione delle commesse con grave nocumento per il bilancio pubblico”.
Significativa una intercettazione riportata nell’ordinanza del Gip del Tribunale: “Io ho stimato che di quei lavori forse 5 mila euro stanno … Come li giustifichiamo gli altri 120 mila euro?”. Gli ampi margini di discrezionalità che erano stati dati, ad esempio, a un imprenditore nella redazione dei computi metrici avrebbe comportato una maggiorazione dei costi di cui sarebbero stati perfettamente a conoscenza i pubblici ufficiali “…. ti ho spiegato che, quale era il problema? che i prezzi gonfiati quando gli feci vedere il conto…, erano i prezzi al doppio, al triplo! senza…. disc – non so da dove cazzo …questo è un computo fasullo…”. L’ingente flusso di denaro generato dal sistema delle “tangenti”, ne avrebbe addirittura reso difficile l’utilizzo, tanto che è emerso che gli imprenditori che corrompevano i dirigenti e i funzionari si preoccupavano perfino di prestarsi a “fungere da “cassaforte” delle provviste di danaro derivanti – sostengono gli investigatori – dalle condotte di corruttela dei primi, trasferendo le utilità in luoghi terzi e sicuri”.
Lo scenario emerso all’Asl di Bari è sconfortante, la Procura parla di uno “schema” comprovato e reiterato : pizzini per comunicare tra loro mentre organizzavano le mosse per truccare le gare, telefoni cellulari lasciati spenti o in disparte prima di incontrarsi, tangenti in contanti nascoste in cartelline o nascoste in indumenti lasciati nelle auto per essere poi recuperati, una corruzione che arrivava a richiedere agli imprenditori di acquistare online articoli di lusso griffati, gioielli e oggetti preziosi anche attraverso i canali online fornendo loro perfino i codici identificativi precisi dei prodotti.
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