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PRIMA PAGINA-La Manovra divide i sindacati, Cgil e Uil per lo sciopero, la Cisl si smarca

di Giuseppe Ariola -


Con la giornata di ieri si è entrati decisamente nel vivo della sessione di Bilancio che sarà centrale nei lavori parlamentari almeno fino a Natale. Mentre Giorgia Meloni incontrava le sigle sindacali a Palazzo Chigi, in un incontro fiume durato quasi sei ore, in commissione Bilancio alla Camera è infatti scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti alla Manovra. Le proposte di modifica sono circa 4.500 e molte sono pervenute dalle stesse file della maggioranza che ne ha depositate più o meno 1.200. Le altre 3.300 sono giunte dai gruppi parlamentari di opposizione che si felicitano per aver presentato ‘ben’ una decina di emendamenti unitari. Tra i gruppi parlamentari che sostengono il governo, Forza Italia è quello che ha presentato il maggior numero di emendamenti, oltre 501, contro i poco meno di 430 della Lega, i solamente 190 di Fratelli d’Italia e i 142 di Noi Moderati. Per il Movimento 5 Stelle si tratta “di un chiaro atto di sfiducia nei confronti del loro stesso governo”, mentre da Italia Viva Davide Faraone ritiene che “legge di Bilancio del governo sta scontentando tutti. Ma proprio tutti, perché è evidente che tra gli scontenti ci sono anche i partiti che la sostengono”.

Se gli alleati di governo non sono, dunque, in tutto e per tutto d’accordo con le misure già inserite nella legge di Bilancio, lo stesso si può dire per i sindacati che, a seguito dell’incontro con la presidente del Consiglio, il vicepremier Tajani, i ministri dell’Economia Giorgetti, delle Imprese Urso, del lavoro Calderone, dell’istruzione Valditara e della Pubblica amministrazione Zangrillo, hanno visto rompersi il fronte unitario. Mentre Cgil e Uil hanno deciso di confermare lo sciopero generale previsto per il 29 novembre per protestare contro quella che Maurizio Landini definisce “una pessima legge che non dà un futuro al nostro Paese”, perché, come ha invece spiegato Pierpaolo Bombardieri, il governo “ha confermato le decisioni assunte e non c’è una disponibilità, per esempio, a ragionare sul fisco, sui salari, della perdita di potere d’acquisto”, per il leader della Cisl “non è una Manovra da sciopero generale perché ci sono diverse misure che vanno nella direzione di sostenere il reddito, le famiglie, la contrattazione nei settori pubblici. Usare la misura più radicale di cui dispone il sindacato ci fa perdere progressivamente credibilità presso i lavoratori”. Luigi Sbarra ha espresso, infatti, “apprezzamento per molte misure” e ha parlato di un “incontro positivo”, pur non nascondendo che la Cisl ha avanzato alcune richieste, tra le quali il taglio delle “tasse al ceto medio, per esempio utilizzando le entrate del concordato preventivo per ridurre la seconda aliquota Irpef, quella del 35%, alzando lo scaglione sino ad almeno 60.000 euro”. Proposta, il cui costo si aggira tra i 2,5 e i 4 miliardi, che ricalca il contenuto di uno degli emendamenti presentati da Forza Italia, con cui da sempre la Cisl ha una forte interlocuzione, che ritiene “necessario un ulteriore intervento a sostegno dei redditi della fascia media”. Sul punto, durante la riunione con i sindacati, la stessa Giorgia Meloni ha esplicitato l’intenzione del governo di intervenire, ma chiarendo che la possibilità di farlo è legata alle risorse che entreranno nelle casse dello Stato “alla chiusura del concordato preventivo”, i cui termini dovrebbero essere prorogati di un mese con un decreto che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri oggi stesso. La premier, infatti, non ha nascosto che le risorse a disposizione per questa legge di Bilancio sono comunque limitate, complice anche la situazione ereditata dal passato. Se il valore della Manovra è di 30 miliardi, è stato il ragionamento della Meloni, nel 2025 il Superbonus voluto dal governo Conte 2 graverà sulle finanze statali per ben 38 miliardi. Mentre sulla linea di Cgil e Uil contraria alla Manovra la presidente del Consiglio ha detto di aver chiesto a chi ha invocato “la rivolta sociale con toni senza precedenti nella storia sindacale, come mai avessero indetto lo sciopero generale oggi ma non quando il tasso di disoccupazione era doppio e il tasso di occupazione più basso, o quando i governi di sinistra usavano i soldi dei cittadini per salvare banche. Non ho avuto risposte”.


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