Il ritorno di Don: tifosi e timorosi
Il ritorno di Don: tifosi e timorosi. Trump è tornato alla Casa Bianca e se ne parlerà ancora per molto. “Sono ossessionato dalla minaccia Trump”, disse otto anni fa il politologo statunitense Francis Fukuyama, noto per aver teorizzato l’avvento definitivo delle democrazie liberali. Ora sul Financial Times scrive pure dell’Italia: “Negli Usa i Democratici hanno perso il contatto con la loro base operaia, divenendo un partito dominato da professionisti urbani istruiti, mentre la classe operaia ha scelto di votare per i Repubblicani. In Europa, gli elettori dei partiti comunisti in Francia e in Italia hanno abbandonato i loro vecchi partiti a favore di leader come Marine Le Pen e Giorgia Meloni”.
Ma come l’abbiamo presa noi italiani? Prima ancora del voto finale, il direttore di Pagella politica, Giovanni Zagni, aveva previsto che “come siamo sopravvissuti ai primi quattro anni di Trump sopravviveremmo anche ai secondi. Altro discorso se fossimo ucraini o israeliani: ma per i nostri stipendi e le nostre pensioni, a voler essere realisti e forse anche un po’ meschini, fanno assai più differenza le politiche di Bruxelles e di Berlino. Verso le quali destiniamo soltanto una frazione dell’attenzione che spendiamo per l’altro lato dell’Atlantico. Normale che sia così: l’influenza della potenza egemone globale è prima di tutto nella nostra testa, attraverso la cultura, i film, la musica. Certo il nostro immaginario non è popolato da serie televisive tedesche”.
E la gente comune? Termometro Politico, dopo il ritorno di Trump, ne ha ricavato un sondaggio. Le risposte più gettonate sono quelle più estreme, con un 30,1% che si considera molto soddisfatto e un 29,6% che si definisce molto deluso. C’è poi un 13,4% che si reputa moderatamente soddisfatto e un 10,1% di persone abbastanza deluse. Ne emerge che, aggregando i dati, la percentuale di persone soddisfatte (43,5%) supera leggermente quella dei delusi (39,7%). Rimane un 15% che si considera indifferente all’esito delle elezioni statunitensi. Probabilmente italiani che trascurano molte cose, troppo preoccupati dei prezzi ballerini sugli scaffali dei supermercati.
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