Esteri

I leader europei fanno il punto su commercio e Nato dopo il trionfo di Trump

di Lino Sasso -


Emmanuel Macron, tra i primi a congratularsi con Donald Trump per la netta vittoria sull’avversaria Kamala Harris alle elezioni presidenziali americane, durante il suo intervento al vertice della Comunità politica europea che ha riunito 42 leader europei a Budapest, ha subito messo sul tavolo alcune questioni immediatamente collegabili al nuovo corso che si aprirà a breve negli Stati Uniti. E di conseguenza anche in Europa. Sono due in particolare gli elementi che destano diffusa preoccupazione nell’Unione europea, gli effetti sul commercio e i risvolti dei conflitti in corso, in particolare quello in Ucraina. E con le sue parole sulla necessità che l’Europa garantisca in totale autonomia il proprio mercato e gestisca liberamente la propria sicurezza Macron ha di fatto interpretato i timori di tutti i leader dell’Unione, al di là di quelle che sono le rispettive posizioni sul neo eletto presidente americano e sulle politiche che, come annunciato nel corso della campagna elettorale, persevererà la sua amministrazione. Per quanto riguarda l’eventualità che gli Stati Uniti impongano dei dazi sui prodotti europei, la presidente della Commissione Ue Ursula con der Leyen ha ricordato che con gli Usa “abbiamo interessi comuni e lavoreremo su quello”. Per il padrone di casa, Viktor Orban, che pure ha accolto il successo di Trump con estremo entusiasmo, non bisogn invece illudersi, perché “il dossier sul commercio verrà fuori e non sarà facile. Non solo perché lo ha detto in campagna elettorale ma perché lo ha già fatto durante il precedente mandato”. Il premier ungherese ha anche ricordato come Trump sia “un abile negoziatore” esortando i colleghi a “essere pronti per trovare un compromesso”. Sul fronte della guerra in Ucraina e più in generale dell’Alleanza atlantica, è stato il segretario generale della Nato Mark Rutte a ricordare che se “la Russia vince, alleata con Corea del Nord e Iran, sarà un problema anche per la sicurezza americana” che ha poi riconosciuto come aumentare la spesa per la difesa difesa al 2% nei singoli Stati sia stato un merito di Trump e che è necessario fare ancora di più.


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