Criptovalute, giusto tassarle?
Le criptovalute tornano a far parlare e, soprattutto, discutere. Non solo dopo la nuova elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, che da sempre sostiene le monete virtuali, che non a caso negli ultimi giorni hanno visto un’impennata del proprio valore, ma anche per come e quanto tassarle. Anche in Italia. La questione della tassazione delle criptovalute non è infatti nuova e trova nuova linfa proprio in questi giorni in cui l’attenzione è tutta sulla Manovra e ai provvedimenti a essa connessi, come ad esempio il collegato Fiscale. Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia proprio al decreto Fiscale attualmente all’esame della commissione Bilancio di Palazzo Madama, propone infatti di inserire le criptovalute tra i criteri di revisione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per quanto riguarda la concessione di agevolazioni fiscali e benefici assistenziali. Inoltre, già nella legge di Bilancio, come espressamente chiarito dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “tra le misure relative alle attività digitali si prevede l’incremento della tassazione sulle plusvalenze realizzate dallo scambio di criptovalute, che dall’attuale 26 per cento passerà al 42 per cento. La diversa aliquota applicata a diverse forme di investimento del risparmio, già prevista dall’ordinamento, risponde alla logica di premiare le caratteristiche di investimento paziente e di lungo termine”. Il titolare del Mef si è detto “disponibile a valutare forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti”, ma ha anche evidenziato la volontà di tassare di più “la speculazione”, mentre “quello che va agevolato di più – ha proseguito – è il tenere nel lungo termine una forma di risparmio degli investimenti. Se ci sono emendamenti che vanno in questa direzione il sottoscritto è disposto a valutarli, perché questa è la ratio”.
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