Economia

Manovra: Bankitalia, da banche arrivano 4 miliardi

di Giovanni Vasso -


La settimana della manovra continua con Bankitalia e si allunga: Giorgia Meloni, affetta da uno stato influenzale, ha chiesto ai sindacati di posporre l’incontro che si terrà, adesso, il 12 novembre prossimo. Una data abbastanza simbolica per la stessa premier dal momento che sarà proprio giovedì prossimo che Raffaele Fitto, fortemente voluto da Meloni a Bruxelles, si presenterà insieme agli altri aspiranti vicepresidenti della nuova Commissione Ue all’europarlamento. Fino ad allora, spazio (e tanto) al dibattito sulla manovra. Ieri è toccato, tra gli altri, a Bankitalia. Che ha conteggiato quale sarà l’apporto del “sacrificio” chiesto (e ottenuto) alle banche dal ministro Giancarlo Giorgetti. “Il maggior gettito stimato”, ha affermato il vicecapo del dipartimento Economia e Statistica di Palazzo Koch Andrea Brandolini, “è pari a circa 2,5 miliardi nel 2025 e un miliardo e mezzo nel 2026” ma “si tradurrà in minori entrate dal 2027 in avanti”. Per quanto riguarda, invece, le modifiche all’imposta di bollo sulle assicurazioni, “il maggior gettito è stimato in quasi due miliardi tra il 2025 e il 2028”. Un miliardo sarà incassato solo nel 2025. Un bel tesoretto, così come quello ricavato grazie al concordato che, come ha riferito il viceministro all’Economia Maurizio Leo, porterà nelle casse dello Stato circa 1,3 miliardi di euro. Una mezza bocciatura per l’applicazione estensiva della web tax e i funzionari di Bankitalia chiedono di prendere in considerazione parametri dimensionali per salvare dalla mannaia degli esborsi almeno le startup e le pmi: “Limitare l’applicazione alle imprese oltre una certa dimensione – ricordano da Palazzo Koch – risponde alla logica di proporzionalità tra obiettivi impositivi e relativi oneri amministrativi, che risultano maggiormente gravosi per start up e piccole e medie imprese”. Bankitalia promuove, invece, gli interventi in materia di Irpef e cuneo fiscale: “Le risorse destinate a questi interventi e il loro impatto complessivo sulla distribuzione dei redditi disponibili delle famiglie sono simili alla legislazione in vigore per quest’anno, ma se ne è modificato il disegno attenuando le discontinuità nel profilo delle aliquote marginali effettive e, soprattutto, evitando di alterare le aliquote contributive. Si è così eliminata una fonte di incertezza da noi segnalata in passato, che gravava sui contribuenti”.

Un nodo vero, però, rimane quello del Pil e della produttività. Confindustria, l’altra sera, ha chiesto al governo uno scatto di reni, un guizzo “altrimenti sarà il declino”. Per Bankitalia sarà difficile immaginare una crescita così come preventivata nel Psb da cui nasce questa manovra. L’Istat ha lanciato un allarme: il Pil acquisito è pari allo 0,4% ma i segnali che arrivano dai dati sulla fiducia non sembrano essere troppo rassicuranti per la crescita.


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