Economia

Non decolla Ita-Lufthansa, nuova puntata della soap dei cieli

di Giovanni Vasso -


Clamoroso colpo di scena nella soap dei cieli: Ita e Lufthansa, per un pelo, non fanno saltare il matrimonio. Proprio in quella che doveva essere la prima notte di nozze, una notte magica. Un matrimonio a lungo atteso, una storia d’amore degna di una telenovela, anzi di una dizi, le soap turche che vanno per la maggiore e tanto piacciono a Mediaset e alla mamma di Piersilvio Berlusconi che l’ha convinto a farne scorta. Una trama piena di colpi di scena, trattative riservate e pubbliche, scontri, rovesci, intrighi e tradimenti sul più classico degli schemi: lui e lei (Ita e Lufthansa), il cattivo (prima Air France e gli altri vettori aerei, poi Macron, poi l’Ue). Finalmente, ieri, si sarebbe dovuta sancire la tanto sospirata unione dei cieli. Invece la poesia s’è infranta. Altro che magica, tra dubbi, voltafaccia, ricostruzioni e pizzini quella tra lunedì e martedì scorsi è stata la notte tragica di Ita. Lufthansa, meravigliosa e munifica, avrebbe tirato sul prezzo, anzi no; il Mef che non attendeva altro che accompagnare la piccola Ita all’altare s’è infuriato, ha mandato a dire che “non avrebbe svenduto” la compagnia ma poi è si risieduto al tavolo; la Commissione Ue che s’è ritrovata con la scrivania vuota e la necessità di correre a far da piacere sull’ennesimo scontro economico e finanziario tra Italia e Germania. È successo di tutto nel breve volgere di qualche ora. Anzi, no. Perché, per rimettere in moto la trattativa è stato necessario che (da entrambe le parti) si addivenisse a più miti consigli e a più concilianti lanci stampa.

La notizia era decollata ieri quando il Corsera aveva svelato che stava accadendo qualcosa capace di sparigliare le carte. Per tutta la mattinata si sono rincorse le indiscrezioni avvalorate, guidate e telecomandate dalle “fonti”, sempre misteriose e senza nome, che da una parte e dall’altra rendevano conto della bagarre che stava per esplodere. La notizia che ha tenuto gli spettatori col fiato sospeso è divampata nei tg di mezzogiorno: pare, ma pare, che Lufthansa si sarebbe presentata l’altra sera, all’atto della firma del piano comune che sarebbe stato accompagnato dal versamento dei 603 milioni fissati per la seconda tranche del closing, chiedendo di poter rivedere (naturalmente al ribasso) il prezzo. Con un tempismo che avrà causato parossismo al limite dello slapstick a via XX Settembre: proprio mentre il governo sta cercando risorse e denari per rimpolpare una manovra che appare troppo scarna a troppe fasce sociali, i munifici tedeschi chiedono lo sconticino? E nemmeno chissà che, almeno rispetto agli importi di cui si parla: dieci milioni, derivanti dall’applicazione di una clausola di oscillazione legata alle performance economiche e commerciali di Ita. “Non svendiamo”, il secco commento dal Ministero dell’Economia e delle Finanza. “Stiamo rispettando l’accordo del 2023”, replicano piccati da Lufthansa facendo notare di credere che, a fine anno quando il closing sarà definito, la società avrà perduto valore avverando le condizioni di cui alla clausola.

A quel punto, come in ogni soap che si rispetti, è spuntato il deus ex machina. Ma con un altro, piccolo ma significativo, colpo di scena. L’ex gran nemico, la Commissione Ue, ha fatto sapere di non aver ricevuto il piano di fusione, l’atto di matrimonio, tra Ita e Lufthansa. Bruxelles, che non vedeva l’ora di passare le carte al sempre famelico ufficio complicazioni cose semplici che è l’Antitrust Ue, ha mandato avanti le sue “fonti” a rappacificare quelle di Mef e Lufthansa che, intanto, se le stavano suonano di santa ragione. La Commissione ha fatto sapere di essere “in stretto contatto” con Ministero e compagnia aerea e di non credere che l’accordo sia già da considerarsi saltato. In fondo, c’è tempo fino all’11 novembre per presentare il piano. Documento che porterebbe le firme di tutti. Di Lufthansa e persino di tutti quegli antipaticoni dei vettori della concorrenza che s’erano opposti ferocemente alle nozze con Ita. Mancherebbe solo quella del Mef. Quella decisiva.

Ma nel pomeriggio di ieri la scena è cambiata; un non meglio specificato funzionario, avrebbe riportato le parole del ministro Giancarlo Giorgetti. Il padre della sposa Ita avrebbe rassicurato gli invitati Ue che il tavolo con lo sposo tedesco non era del tutto saltato e che, anzi, c’è la volontà di proseguire le trattative. Da quel momento in poi, le fonti hanno riferito concordemente la versione del funzionario che ha spiattellato le chiacchiere corse all’incontro europeo sui trasporti chiuso, ça va sans dire, a giornalisti e impiccioni vari. Da lì in poi, sipario. Almeno per il momento, almeno per un altro po’. Fino alla prossima puntata. La soap dei cieli continua.


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