Parcheggio sotterraneo allagato a Valencia, i soccorritori: “È un cimitero”
Si preannuncia come una vera e propria tragedia quella riguarda il parcheggio del centro commerciale Bonaire (Valencia), che è stato descritto come un vero e proprio “cimitero” dai sommozzatori militari della UME, che sono riusciti a entrare nell’area sotterranea, completamente invasa dall’acqua.
Martedì pomeriggio, quando l’alluvione ha colpito, i negozi, i ristoranti e i cinema erano in piena attività, con centinaia di persone presenti in zona. L’acqua ha raggiunto un livello impressionante di tre metri, trasformando il parcheggio sotterraneo, con i suoi 5.700 posti, in una trappola mortale. Secondo fonti di soccorso riportate da eldiario.es, il numero di vittime potrebbe essere “incalcolabile”. In un tragico scherzo del destino, il parcheggio, come riportato sul sito web del centro, era “gratuito e a tempo illimitato”.
Gli accessi al centro commerciale tramite le scale mobili sono devastati e inaccessibili, bloccati non solo dall’acqua ma anche dai detriti trascinati dalla piena. La stampa locale evidenzia il parcheggio come uno dei punti di massima criticità per le squadre di soccorso, che stanno operando in condizioni estremamente difficili. I vigili del fuoco, con pompe idrauliche, continuano instancabilmente a svuotare l’area dall’acqua, mentre gli operatori subacquei si trovano ad affrontare un compito altamente rischioso e delicato.
Nel frattempo, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato: “La regione di Valencia ha bisogno di più militari, attrezzature e finanziamenti” per affrontare quella che ha definito “la seconda peggiore inondazione del secolo registrata in Europa”. A seguito di una riunione d’emergenza alla Moncloa, ha annunciato l’invio immediato di 5.000 militari, che si aggiungono agli 8.000 già dispiegati, inclusi 3.000 soldati e 5.000 agenti di polizia e Guardia Civil. Sanchez ha confermato che il bilancio delle vittime è salito a 211, indicando che la priorità resta la ricerca dei dispersi e il ripristino dei servizi nei municipi colpiti. A oggi, il 94% delle abitazioni ha riottenuto l’elettricità, e si stima che oltre la metà delle 550.000 linee telefoniche interrotte sia stata ripristinata, con l’obiettivo di completare i lavori entro il weekend.
Il sindaco di Aldaia, uno dei comuni nella cintura sud di Valencia devastati dall’inondazione, ha lanciato un appello urgente: “È terribile, il paesaggio è desolante, con 10.000 auto ammassate nelle strade, e fango ovunque. Abbiamo bisogno di mezzi pesanti per ripulire le vie. Da soli non ce la possiamo fare”. A quattro giorni dall’evento catastrofico, numerosi quartieri rimangono isolati, privi di elettricità e acqua potabile, nonostante l’imponente schieramento di mezzi militari e squadre di emergenza. Amparo Folgado, sindaca di Torrent, ha spiegato alla TV nazionale che di diversi ponti del paese, solo uno è ancora agibile. Gli abitanti e le forze di sicurezza stanno lavorando fianco a fianco per ristabilire una parvenza di normalità e permettere il rientro a casa degli sfollati. Almeno 800 persone sono state trasferite in un palasport, mentre solo questa mattina la corrente è stata riattivata nella maggior parte del comune. Tuttavia, molti quartieri sono ancora bloccati da montagne di detriti, automobili e fango.
Anche la sindaca di Chiva, Amparo Fort, ha diffuso un appello sui social, segnalando la necessità urgente di acqua e viveri per la popolazione, che è rimasta senza assistenza e con le linee telefoniche interrotte. Fort ha descritto la situazione come “di estrema gravità”. Il Centro di Emergenza del governo valenziano ha richiesto ai comuni interessati di indicare aree idonee all’atterraggio degli elicotteri e spazi per i mezzi pesanti, come scavatori e gru, essenziali per la gestione dei soccorsi, secondo quanto riportato dall’agenzia EFE.
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