La guerra dei numeri sui costi dei Centri migranti in Albania
Centri per i migranti in Albania, dopo il versante giudiziario che ha insidiato la manovra del governo con il rinvio del Decreto Paesi sicuri alla Corte Ue da parte del tribunale di Bologna, è ora guerra dei numeri e dei costi con la polemica accesa dalla denuncia del battagliero sindacato UilPa che tutela gli agenti della polizia penitenziaria. Una polemica, cavalcata dall’opposizione e in particolare dal Pd e da Avs, già attivata nelle settimane scorse riguardo all’impegno economico assunto per il trasferimento dei migranti in Albania a mezzo delle navi, cui ha risposto solo pochi giorni fa in Senato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel corso di un question time.
“Il costo giornaliero dell’alloggiamento del personale delle tre Forze di polizia previsto per la vigilanza dei siti in Albania è di 80 euro a persona. La spesa complessiva dipende dal numero effettivo del personale impiegato”. Questo il chiarimento giunto nella serata di ieri da fonti del Dipartimento di pubblica sicurezza. “L’importo di 9 milioni di euro – hanno precisato – rappresenta la spesa massima stimata nel caso in cui fosse utilizzata l’intera aliquota di personale di vigilanza prevista. La scelta delle strutture è stata effettuata tenuto conto degli standard indicati dagli accordi sindacali”.
Ma intanto era partita la ridda di proteste originate dalle notizie diffuse dall’UilPa: “Apprendiamo che il ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha aggiudicato il servizio di alloggiamento in camere singole alberghiere con ristorazione e servizi connessi, per la durata di 12 mesi, al costo unitario giornaliero di 80 euro e per una spesa massima stimata di euro 8.897.200. La società contraente metterà a disposizione degli operatori delle forze di polizia impiegati nella gestione dei due centri per migranti in Albania le strutture ‘Rafaelo Executive’ e ‘Hotel Comfort’, due alberghi sul mare a 5 e 4 stelle con spiaggia privata, centro benessere, piscine e ristorante. Tutto questo mentre il ministero della Giustizia continua a tenere gli appartenenti alla polizia penitenziaria, impiegati nella gestione del penitenziario a Gjadër, in strutture prefabbricate, al piano superiore degli uffici del carcere raggiungibile da una scala esterna, in camera multipla, senza gli arredi più elementari, con un’unica Tv sostenuta da due banchi e installata in una ‘sala relax’ allestita, parrebbe, con sedie provenienti dal Cpr”. Queste le parole di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria sulla situazione delle forze di polizia che operano nei Centri.
“Quanto sta avvenendo è inaccettabile – aveva aggiunto -. A questo punto, dopo aver scritto ripetutamente e chiesto anche personalmente ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria conto e ragione di quanto si sta inopinatamente perpetrando senza ottenere risposta alcuna, ci rivolgiamo direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che poco più di due anni fa nel suo discorso sulla fiducia alla Camera dei Deputati parlò di condizioni di lavoro indegne per la polizia penitenziaria. Alla premier facciamo notare che, oltre a non essere migliorate quelle condizioni di lavoro, aumentano anche le discriminazioni e che indegno è pure quanto sta avvenendo a Gjadër. Intervenga direttamente, allora, tramite i suoi uffici, per far cessare l’intollerabile discriminazione e violazione di diritti in atto”.
“Peraltro, che la realizzazione e il mantenimento in Albania di un penitenziario per 20 posti, che probabilmente non verranno mai interamente occupati, con 45 unità di polizia penitenziaria e altre figure professionali a gestirlo sia paradossale, antieconomico e si traduca in un pugno nello stomaco sferrato agli agenti che nelle nostre carceri sorvegliano anche più di un centinaio di detenuti a testa – aveva detto ancora De Fazio – è palese e lo abbiamo denunciato sin dall’inizio, ma ciò ovviamente non inficia l’impegno e la dedizione degli operatori che con il consueto senso del dovere hanno risposto alla chiamata dello Stato non lesinando il loro impegno. Per questo stigmatizziamo e respingiamo pure ogni strumentalizzazione e le indecorose immagini che circolano in queste ore, presumibilmente realizzate con l’intelligenza artificiale, in cui si vedono agenti che giocano a carte”.
Riguardo alle polemiche sul costo della nave che trasferisce i migranti nei Centri e che da ,lunedì tornerà ad operare al largo di Lampedusa, come detto, aveva risposto in Parlamento Piantedosi: “Il costo reale dell’impegno della nave Libra si è rivelato di 8.400 euro complessivo al netto delle spese di ordinario esercizio quotidiano della nave. Un costo giornaliero ampiamente inferiore a quello che veniva sostenuto in epoche di grande celebrazione di operazioni, come ‘Mare Nostrum’, che richiedevano oneri per 300.000 euro al giorno”. Ribadendo che il Progetto Albania “risponde all’obiettivo prioritario del Governo di prevenire e contrastare i flussi migratori irregolari e potrà in futuro svolgere un’importante funzione di deterrenza con conseguenti benefici che si rifletteranno anche sul lavoro e i compiti delle forze di polizia”.
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