Donatella Tesei, c’è chi la vuole necessariamente colpevole
Come era ovvio, l’accusa di abuso d’ufficio nei confronti della governatrice dell’Umbria Donatella Tesei è decaduta perché il fatto non costituisce più reato. In che modo e perché questa non notizia diventi una notizia appare, quindi, quantomeno dubbio. Salvo che non si voglia pensar male e dedurre che la diffusione di questa non notizia abbia qualcosa a che vedere che le elezioni regionali che si svolgeranno tra due settimane e che vedranno Donatella Tesei correre per la riconferma. Sostenere che la governatrice in carica sia stata “salvata” dall’abolizione di un reato che vedeva indagati e puntualmente assolti una miriade di amministratori, ha tutto il sapore di una strumentalizzazione che solo i soliti noti ‘contro’ a prescindere e a tutti i costi possono avere la faccia tosta di cavalcare. Un tipico esempio di giustizialismo a orologeria, ma ancora più grave dei tanti casi a cui si assiste abitualmente in tal senso, per il semplice fatto che non ci sarà neanche un processo perché non c’è un’ipotesi di reato. Quindi, riassumendo, per qualcuno Donatella Tesei, senza neanche essere giudicata da un magistrato, è colpevole di un reato che, banalmente, non è più un reato e la sua colpevolezza è desumibile proprio per questa ragione. Perché i soliti forcaioli della prima e dell’ultim’ora, superando addirittura sé stessi, non solo hanno deciso che la governatrice dell’Umbria è colpevole, ma che lo è per qualcosa che a norma di legge non costituisce reato. Una sequenza di ragionamenti che definire astrusi e pretestuosi è addirittura riduttivo. Che cosa non si fa in occasione delle campagne elettorali.
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