Esteri

Israele spara su Hezbollah in Siria. Unifil sotto il fuoco continuo. Riad-Tel Aviv, è gelo

di Ernesto Ferrante -


Tre persone sono rimaste uccise nei raid di Israele sulla zona di Qusayr, località siriana vicino al confine con il Libano. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede nel Regno Unito, sono stati colpiti “depositi di armi e carburante di Hezbollah nella zona industriale di Qusayr”. L’agenzia Sana ha accusato Tel Aviv di “un’aggressione che ha provocato danni materiali nella zona industriale e in alcuni quartieri della città di Qusayr”, nel governatorato di Homs.

Hamas ha respinto la proposta di una tregua temporanea per la Striscia di Gaza. A renderlo noto è stato un alto responsabile di Hamas, Taher al-Nounou, all’Afp. “Abbiamo già espresso la nostra posizione sull’idea di una tregua temporanea della guerra, se non servirà ad altro che a riprendere l’aggressione in un secondo momento”, ha detto al-Nounou. “Hamas sostiene la necessità di una fine permanente, e non temporanea, della guerra”, ha aggiunto al-Nounou. Anche nei precedenti negoziati, il gruppo aveva sempre insistito sulla necessità di un cessate il fuoco permanente e del ritiro dei soldati israeliani dall’enclave palestinese.

L’inviato degli Stati Uniti per il Medioriente Amos Hochstein ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere i termini di un accordo che possa portare mettere fine ai combattimenti in Libano. La conferma del faccia a faccia è arrivata da un portavoce del governo israeliano. Una qualsiasi intesa con Hezbollah “deve garantire la sicurezza di Israele”, ha ribadito Netanyahu ai due funzionari statunitensi.

“Il primo ministro ha chiarito che la questione principale non sono le carte per questo o quell’accordo, ma la determinazione e la capacità di Israele di garantire l’applicazione dell’accordo e di prevenire qualsiasi minaccia alla sua sicurezza da parte del Libano”, ha affermato l’ufficio del premier in una nota al termine della riunione.

Il premier libanese Najib Mikati ha dichiarato che il suo popolo spera nella fine delle ostilità “a giorni”. Due persone sono rimaste uccise nel nord di Israele a causa del lancio di razzi da parte dei miliziani sciiti libanesi in direzione di Haifa, in un oliveto. Lo hanno riferito i media israeliani citando i soccorritori. Le vittime sono una donna e un ragazzo.

Ogni giorno, dal 4 ottobre, nel Paese dei Cedri viene ucciso un bambino e dieci vengono feriti. L’Unicef, in un comunicato, spiega quali sono gli effetti che gli attacchi aerei israeliani stanno avendo sulla popolazione libanese. Molti bambini sono profondamente traumatizzati dalla violenza e hanno mostrato gravi segni di disagio emotivo, tra cui ansia da separazione, isolamento, aggressività e problemi di concentrazione. Altri, invece, soffrono di disturbi del sonno, incubi, mal di testa e perdita di appetito e, senza la stabilità della scuola, non hanno spazi per giocare, imparare e guarire.

Il Ministero della Salute libanese ha comunicato che 166 bambini hanno perso la vita e 1.168 hanno riportato ferite dall’ottobre dell’anno scorso.

Dal 30 settembre, giorno dell’inizio dell’operazione di terra israeliana nel sud del Libano, l’Unifil è stata vittima di oltre 30 “incidenti”, di cui 20 attribuiti “a spari o azioni” delle forze israeliane. Lo ha denunciato il portavoce della missione dell’Onu in Libano, Andrea Tenenti, sottolineando che questi “incidenti” hanno provocato “danni alle proprietà o alle installazioni di Unifil o ferite ai caschi blu”.

I rapporti tra l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, così come alcuni accordi bilaterali che si stanno negoziando, “non sono collegati” al processo di normalizzazione con Israele, che si è interrotto dopo il 7 ottobre, e “stanno andando avanti”. Lo ha spiegato il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, intervenendo a Riad a una conferenza sugli investimenti. I patti tra Riad e Washington in campo commerciale e relativi all’intelligenza artificiale “non sono legati a parti terze” e “hanno la possibilità di progredire molto rapidamente”.


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