Roma, cantieri per le allodole
Roma, cantieri per le allodole – Cronache settimanali dai disagi verso il Giubileo 2025
Una settimana fa tutto era “in linea con il termine per i lavori”, questa settimana, addirittura, è stato annunciato che i cantieri aperti “chiuderanno in anticipo”. Una settimana miracolosa per il Comune di Roma che ha scoperto di poter premere il piede sull’acceleratore in vista del Giubileo che inizierà, con l’apertura della Porta Santa, il 24 dicembre prossimo: tra 52 giorni. “Abbiamo deciso di recuperare il tempo perduto con una mole di interventi con un costo significativo” ha detto il sindaco Gualtieri. Ma è esattamente così?
Cosa è cambiato da quando, appena una manciata di giorni fa, erano arrivati i timori del Vicariato sui cantieri ancora (molto) aperti? Insomma, di domande da fare ce ne sono tante e le risposte si contano con le dita. Molto probabilmente, prima della fatidica data dovrebbero essere riaperti al pubblico alcuni cantieri (come previsto e d’obbligo): Piazza Pia, piazza Risorgimento, via Ottaviano, piazza dei Cinquecento, San Giovanni e il Ponte dell’Industria. Forse siamo arrivati a quel punto in cui l’ansia subentra alla procrastinazione e il timore di fare una figura barbina di fronte a tutto il mondo diventa una opzione sempre più concreta. Eppure, circa nove mesi fa Gualtieri aveva dichiarato che i lavori erano arrivati al 30% del completamento e ora sarebbe stato ultimato quel 70% mancante?
“Per il Giubileo sono stati previsti oltre 270 interventi” ci ricorda Federico Rocca, presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma, un numero enorme che sembra lontano da quanto annunciato dal sindaco. “Gualtieri ha voluto rassicurare, più che dare un quadro che sia rispondente alla realtà” ha detto Rocca. Perché, ci spiega, dei tanti lavori previsti, “molte opere sono state tagliate e su altre c’è stata una procrastinazione” e non solo: se alcuni cantieri vedranno la fine per il Giubileo – come quelli sopra citati – “tutte le altre tempistiche sono state rinviate o posticipate”. Riaprire le vie che portano a piazza San Pietro ci sembrerebbe proprio quel classico trucco da specchietto per le allodole per arrivare “esteticamente” pronti all’arrivo di centinaia di migliaia di persone.
Attendiamo anche noi, con ansia, la fine di questi cantieri, possibilmente entro Natale, anche perché saranno tantissimi i pellegrini che arriveranno e che di certo non vorranno fare lo slalom tra i birilli o attaccare le palline di Natale sulle reti arancioni che delimitano le zone di pericolo. Non saremmo qui a ricordarlo, se non fosse un disagio grosso come Roma: la capitale è invasa dai cantieri, è tutta impacchettata e la pazienza di chi arriva e di chi la vive è giunta al limite. Il sindaco assicura che “il sacrificio sarà ripagato”. In teoria. In pratica, le lancette sono inarrestabili e questa è l’ultima chiamata prima del collasso.
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