Due cittadini italiani sono stati fermati all’aeroporto di Buenos Aires mentre tentavano di partire per l’Europa insieme alla loro figlia, nata tramite gestazione per altri (GPA). La piccola, venuta al mondo il 10 ottobre, è figlia biologica di uno dei due uomini e di una donna argentina che ha portato avanti la gravidanza. Il tentativo di lasciare il Paese ha insospettito le autorità argentine, in particolar modo per via di alcune discrepanze nei documenti presentati e del comportamento della madre biologica. L’Argentina, pur non avendo norme specifiche che vietano la GPA, ha avviato un’indagine penale per sospetto sfruttamento delle donne che portano avanti gravidanze per altri, pratica spesso facilitata da intermediari. I sospetti difatti, riguardano il ruolo della organizzazione che ha fatto da tramite tra la coppia e la donna di Rosario. Al momento, i reati ipotizzati sono tratta di esseri umani, vendita e appropriazione di minori, con l’obiettivo di accertare se dietro questa pratica si nasconda un sistema che sfrutta economicamente donne in difficoltà. Su quanto accaduto in Argentina non c’entrano i due italiani, che non risultano al centro delle indagini visto che queste si concentrano sull’operato degli intermediari. La giustizia argentina ha vietato alla coppia di lasciare il Paese: i due con la piccola rimarranno a Buenos Aires in attesa di sviluppi giudiziari. Nel frattempo, però, è in Italia che potrebbe aprirsi un procedimento: la recente legge sulla GPA ha reso la prarica un “reato universale” perseguibile anche all’estero. La Farnesina segue da vicino il caso.