PRIMA PAGINA-Una mano oscura muove il sistema dei dati trafugati
Iniziati gli interrogatori degli indagati nell’inchiesta su quello che sembra essere il più grosso furto di dati nei database nazionali che l’Italia abbia mai conosciuto e su cui aleggerebbe una “mano oscura”, a farla da padrone sono per lo più i silenzi di quanti hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del gip di Milano Fabrizio Filice. Ma è invece da qualche accennata ammissione resa nelle stanze del Palazzo di giustizia meneghino che si delinea un quadro che, come sembrava ormai annunciato, rischia di essere molto più grave di quanto non si fosse immaginato lo scorso venerdì, quando sono partite le indagini e scattati i primi arresti. Su tutte, a gettare un’ombra se possibile ancora più inquietante sulla vicenda, sono state le parole di Massimiliano Camponovo, amministratore unico della Mercury Advisor, la società di investigazioni private e aziendali specializzata in intelligence aziendale e indagini informatiche che era in affari con la Equalize di Enrico Pazzali. Camponovo ha accennato senza mezzi termini a “una mano oscura che muove questo sistema”, confermando i timori di quanti erano già convinti che l’inchiesta in corso richiamasse l’immagine di un pozzo del quale non si intravede il fondo. E difficilmente queste dichiarazioni possono essere derubricate a mere suggestioni, perché Massimiliano Camponovo ha anche aggiunto di temere per la propria incolumità e, addirittura, per quella della propria famiglia. Non a caso, a quanto pare, le indagini avrebbero preso via proprio dopo un incontro avvenuto nell’estate del 2022 tra Gallo, uno dei capi della presunta banda, con un esponente del mondo della criminalità che era pedinato dai carabinieri del nucleo investigativo di Varese. Insomma, lo scenario sembra essere quello di un film sulla malavita organizzata condito da elementi tipici di una pellicola di spionaggio, con tanto di pedinamenti, hackeraggi, intercettazioni, apparecchiature informatiche tra le più sofisticate, minacce, ricatti e tanta, tanta suspense. Proprio questo clima, secondo quanto ha dichiarato Camponovo nel corso dell’interrogatorio, lo avrebbe indotto, una volta avuto sentore della reale pericolosità del sistema del quale era entrato a far parte, a recepire le richieste e a darvi seguito. Stop. Senza commentare, senza fiatare, senza contraddire. “Sono stato al mio posto. Mi passavano i dati e facevo i report, eseguivo”, è il senso di quanto detto al gip dall’amministratore della Mercury Advisor.
A confermare, almeno in parte, l’impianto accusatorio formulato dagli inquirenti è stato anche il poliziotto Marco Malerba che ha ammesso di aver effettuato degli accessi abusivi alla banca dati Sdi delle forze dell’ordine su richiesta del suo ex capo al commissariato di Rho-Pero, l’ex superpoliziotto Carmine Gallo, amministratore della Equalize. Il tutto “nell’ambito di un rapporto di scambio di favori”, avrebbe ammesso Malerba che poteva così beneficiare dell’aiuto di Gallo in diversi ambiti, dalla velocizzazione delle prenotazioni di visite mediche, alla prenotazione di posti nei ristoranti. Uno scenario che Gallo tende invece ad escludere o, quantomeno, a minimizzare. Pur avvalendosi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio con il gip di Milano Fabrizio Filice, l’ex poliziotto che si è definito “un servitore dello Stato”, rilasciando una breve dichiarazione spontanea, avrebbe detto al magistrato di aver “sempre rispettato la legge”.
La stessa scelta dell’ex ispettore di Polizia di non rispondere ai magistrati è stata effettuata anche da un altro tra i principali protagonisti di questa vicenda, l’hacker ex Anonymus Nunzio Samuele Calamucci, che avrebbe però tenuto a precisare che quanto sta emergendo dall’indagine e anche dalla stampa è frutto di “esagerazioni perché si rappresentano fatti che sono impossibili dal punto di vista empirico”. Il riferimento dell’informatico è relativo all’accusa di essere riuscito a introdursi abusivamente nel sistema Sdi, ma a quanto si apprende questa dichiarazione cozzerebbe con un’intercettazione nel corso della quale Calamucci chiede a Gallo di non riferire a Pezzali che “Equalize ha ‘bucato’ lo Sdi”.
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