Energia, il tech pulito insidia il mercato del greggio: nel 2035 saranno alla pari
Fatih Birol
Una rincorsa che ogni anno di più si afferma quasi con prepotenza: il mercato mondiale delle principali tecnologie pulite è destinato a triplicare fino a superare i 2 mila miliardi di dollari entro il 2035, un valore comparabile a quello dell’attuale mercato del greggio. Su sei tecnologie (pannelli solari, pale eoliche, auto elettriche, batterie, elettrolizzatori e pompe di calore) si concentra il nuovo rapporto Energy Technology Perspectives dell’Associazione internazionale per l’energia, l’Iea, presentato dal direttore esecutivo Fatih Birol.
Nel 2016 il valore di mercato di questi sei prodotti tecnologici chiave era pari a circa 200 miliardi di dollari, oggi supera i 700 miliardi di dollari. Secondo le proiezioni Iea, basate sulla velocità attuale e le politiche in atto, il valore triplicherà al 2035 raggiungendo i 2.100 miliardi di dollari. “In termini di commercio, prevediamo che gli scambi cresceranno in modo sostanziale, triplicando tra oggi e il 2035 e arrivando a sfiorare i 600 miliardi di dollari, il 50% in più rispetto al commercio di gas naturale di oggi”, rileva Birol.
Questa crescita costante è il risultato della penetrazione sul mercato: “Vediamo anche che la competitività dei costi migliora quasi di giorno in giorno – rimarca il direttore dell’Iea, spiegando che molti Paesi stanno spingendo su queste tecnologie per tramite delle loro politiche industriali -. Il rapporto testimonia che le politiche energetiche, industriali e commerciali sono sempre più intrecciate. E i Paesi che saranno in grado di armonizzare questi tre elementi ne trarranno sicuramente beneficio in termini di performance economica“.
Una sfida per governi e industrie che è la competizione tra i Paesi, sempre più intensa. Ora, resta da vedere fino a che punto aumenteranno le barriere commerciali, per esempio le tariffe appena imposte dall’Ue sulle importazioni di auto elettriche cinesi. L’Iea continuerà a monitorare le implicazioni per la transizione energetica pulita e la forbice di divaricazione tra le economie più piccole rispetto alla competizione tra i giganti economici.
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