Alluvione a Valencia: i morti salgono a 95, oggi arriva Sanchez
Continua a cadere la pioggia sulla Valencia martoriata da Dana: i morti sono saliti a 95 e mentre il ciclone sembra, finalmente, iniziare a perdere forze inizia la conta dei danni e la ricerca delle responsabilità. Il conto, salatissimo, del maltempo pretende un tributo di sangue dalla Spagna elevato. Le persone rimaste uccise sono tante ma ancor di più sono i dispersi. Le ricerche, nonostante le precipitazioni, sono riprese già stamattina. La grande paura è che la lista dei morti di Valencia potrebbe addirittura allungarsi. Non è stato ancora quantificato, in via ufficiale, il numero delle persone che non si trovano più. E già questo basterebbe per comprendere l’entità, la dimensione, di una tragedia epocale che commuove la Spagna. Il Paese è distrutto e oggi ci saranno, alla Comunità Valenciana, il premier Pedro Sanchez e il capo dell’opposizione Alberto Nunez Feijoo per portare il cordoglio della Spagna alle famiglie distrutte dall’alluvione. Non sarà facile raggiungere Valencia. La città è isolata, tagliata fuori dalle grandi linee di comunicazioni del Paese, dai collegamenti ferroviari con Madrid e con Barcellona. Inoltre in tutta l’area manca ancora l’elettricità. La beffa che moltiplica, in maniera esponenziale, i danni dell’alluvione.
In campo, per cercare di ritrovare vivo qualche disperso, ci sono i cani molecolari e le unità speciali di soccorso dell’esercito. “Ma non siamo ottimisti”, ha detto il ministro alla Difesa Margarita Roblas a Radio Cadena Sur. Le forze armate iberiche sono impegnate con numeri da operazione speciale sul posto: in azione ci sono più di 1.200 militari supportati da oltre trecento mezzi pesanti di ogni tipo. Per le strade c’è chi cerca amici, parenti, congiunti. Persone che hanno perduto tutto. Gente che grida il suo dolore al cospetto del cielo cupo che continua a mandare pioggia, pioggia, pioggia. I video di persone che urlano il nome dei loro cari dispersi sono virali sul web. Intanto, in Spagna, è iniziata la caccia ai responsabili, a chi non ha dato l’allarme in tempo, a chi ha sottovalutato la situazione. Il dibattito è aperto e i toni, comprensibilmente, iniziano già a surriscaldarsi.
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