Tito, il cane più ricco dell’India: il magnate Tata gli ha lasciato 100 milioni di euro
Una storia che può già finire in un film: “cure illimitate” assicurate con 100 milioni di euro di eredità a Tito, un cane di razza pastore tedesco di proprietà di un magnate indiano. La sorpresa, nel testamento di Ratan Tata, deceduto lo scorso 9 ottobre. Imprenditore indiano di larghe vedute, presidente e principale azionista di Tata Group, la più grande azienda privata indiana che guidò per 21 anni, Tata divenne noto per aver acquisito al di fuori dell’India le case automobilistiche britanniche Jaguar e Land Rover, il colosso europeo dell’acciaio Corus, l’azienda di tè Tetley, il network Tyco Global.
Morto all’età di 86 anni, ha lasciato cento milioni di euro al suo amato pastore tedesco Tito e una sostanziosa somma pure al suo cuoco, Rajan Shaw, e al suo maggiordomo e assistente generale, Konar Subbiah, che ora dovranno occuparsi di Tito. Poco o niente – pare – al fratello Jimmy e alle sorellastre Shireen e Deanna Jejeebhoy. Non si sposò mai. Nel 2011 ebbe a dichiarare: “Mi sono avvicinato al matrimonio quattro volte e ogni volta mi sono tirato indietro per paura o per un motivo o per l’altro”.
Non proprio una sorpresa, questa larga munificenza nei confronti del suo amato animale domestico se Tata, nel 2018, intese rimanere in India affianco ad un altro animale che gli faceva compagnia e che era malato, rinunciando a recarsi in Inghilterra per ricevere un’onorificenza che doveva essergli consegnata a Buckingham Palace. Un amore per gli animali cui aveva ispirato anche una filosofia di accoglienza dei quattro zampe che veniva praticata dal suo Tata Group con l’allestimento e la gestione di rifugi per cani.
Tito non sarà il cane più ricco del mondo. Nel Guinness dei primati lo sopravanza un altro cane della sua stessa razza, il pisano Gunther VI, forte di un patrimonio di 460 milioni di euro.
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