Attualità

Gang dei dossier, coinvolto legale di Eni: contatti col Mossad. Tra le vittime Marcell Jacobs

di Ivano Tolettini -


La banda che fabbricava dossier criminali a suon di decine di migliaia di euro ciascuno con l’agenzia investigativa privata Equalize di Milano, non aveva nel mirino soltanto pezzi grossi della politica, ma era anche il grimaldello operativo cui si rivolgevano molte società di primo piano per regolare i conti in maniera illegale con concorrenti o dipendenti sospettati di infedeltà. Ma non solo, visto che anche l’olimpionico di Tokio Marcel Jacobs sarebbe stato spiato. Invece, nel caso del responsabile dell’ufficio legale dell’Eni, Stefano Speroni, si sarebbe rivolto al ciber-detective Carmine Gallo, ex ispettore di polizia per anni in prima linea nell’Antimafia milanese, diventato con la pensione ad di Equalize, perché avrebbe avuto bisogno di documenti scottanti che solo chi aveva accesso alle banche dati ministeriali avrebbe potuto ottenere, per “mettere in cattiva luce” l’imprenditore petrolifero Francesco Mazzagatti, dal quale l’azienda di Stato del leone a sei zampe si sarebbe ritenuta danneggiata. È una storia che va scritta al condizionale perché Speroni è indagato a piede libero per concorso in accesso abusivo ai sistemi informatici dello Stato, e siamo in una fase preliminare.

Dossier, recuperato l’archivio degli spioni

Se è vero che i carabinieri dei Ros e del Nucleo investigativo di Varese nel corso della perquisizione ai locali in uso a Gallo hanno recuperato “l’archivio degli spioni”, ricco di documenti riservati che non avrebbero potuto essere in suo possesso e che risalivano non solo a quando era ancora in servizio, è altrettanto vero che nelle carte compare anche il nome dello youtuber e imprenditore Paolo Simeone. Ma per dire dei rapporti coltivati da Gallo e i suoi più stretti collaboratori, definiti “di altissimo livello” dal Pm Francesco De Tommasi nella richiesta di arresto, emerge anche un incontro con due 007 israeliani del Mossad. Succede quando l’hacker Nunzio Calamucci, ai domiciliari come Gallo, mentre il proprietario della società Equalize, Enrico Pazzali (che si è sospeso dalla Fondazione Fiera di Milano) è indagato in libertà, in una conversazione intercettata con Massimiliano Camponovo gli spiega di avere incontrato due agenti del Mossad che gli hanno avanzato una proposta economica da cui avrebbero potuto guadagnare 1 milione di euro. L’hacker da quella relazione, mettono a verbale i militari, avrebbe già incassato 40 mila euro. Era il febbraio 2023 quando Vincenzo De Marzio, ex carabiniere indagato anche lui per i supposti dossieraggi illegali, avrebbe avuto un incontro, assieme a Nunzio Calamucci con “i due uomini non identificati che rappresenterebbero un’articolazione dell’intelligence dello Stato di Israele». Del resto negli archivi della società di via Pattari a Milano, di cui Pazzali, che come scrive il Pm De Tommasi “era pienamente consapevole delle modalità delittuose attraverso cui la società Equalize srl realizza report informativi” lautamente remunerati, c’è una miriade di dati riservati che sarebbero stati “esfiltrati” dalle banche dati delle forze dell’ordine come lo Sdi. Ne emerge un “quadro inquietante”, come ha avuto modo di ripetere anche la premier Giorgia Meloni, anche se tra la Procura della repubblica e quella Antimafia di Milano da una parte e il gip Fabrizio Filice dall’altra, c’è una diversità di valutazione sull’attività di dossieraggio. Per il giudice a prevalere è l’aspetto economico-finanziario degli spioni e non già la dimensione politica come invece sottolineano i Pubblici ministeri. Tra le vittime del dossieraggio ci sarebbe anche il campione olimpico Marcell Jacobs e il suo staff. Un avvocato padovano in via di identificazione avrebbe commissionato a Gallo un dossier e costui si sarebbe rivolto a due degli hacker con cui collaborava. La proposta operativa sarebbe stata quella di inoculare un trojan nei telefonini. Infine, anche la Procura di Roma si sta muovendo dalla scorsa primavere su un’indagine parallela, ribattezzata “squadra Fiore”, riguardo una banda che avrebbe avuto come attività principale lo spionaggio industriale.


Torna alle notizie in home