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Decreto Paesi sicuri, il Tribunale di Bologna lo rinvia alla Corte Ue: “Così, anche la Germania nazista sarebbe stata sicura”

di Angelo Vitale -


Ancora uno stop alla manovra del governo Meloni sui migranti, ancora un provvedimento giudiziario che, per gli effetti che avrà e per il suo contenuto, desterà non poche polemiche e di sicuro una dura reazione della maggioranza di centrodestra: il Tribunale di Bologna ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il decreto dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni sui Paesi sicuri – quello in tutta fretta adottato dopo l’intervento del Tribunale di Roma sul trattenimento dei primi immigrati trasferiti nei centri allestiti in Albania -. La decisione, per chiedere quale sia il parametro su cui individuare i cosiddetti Paesi sicuri e se il principio del primato europeo imponga di ritenere che in caso di contrasto fra le normative prevalga quella comunitaria.

per la seconda volta un tribunale italiano contesta la premessa della manovra del governo, che in particolare con l’ultimo suo decreto faceva diventare primaria la norma precedentemente secondaria, affermando di fatto la volontà di far prevalere la normativa italiana rispetto a quella europea.

Il rinvio da parte del Tribunale di Bologna è arrivato nell’ambito di un ricorso promosso da un richiedente asilo, un cittadino del Bangladesh che si opponeva alle decisioni adottate dalla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione.

Nel suo rinvio alla Corte di Giustizia europea sul decreto relativo ai Paesi sicuri, il Tribunale di Bologna entra anche nel merito sulla definizione di questa nazioni elencate dal governo, contestando il principio per cui potrebbe definirsi sicuro un Paese in cui la generalità, o maggioranza, della popolazione viva in condizioni di sicurezza, visto che il sistema di protezione internazionale si rivolge in particolare alle minoranze.

Introducendo nelle sue argomentazioni – questo il passaggio che probabilmente alimenterà le polemiche – pure un paradosso molto ben precisato, secondo il quale la Germania nazista fosse stata estremamente sicura per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca, ad eccezione di ebrei, omosessuali, oppositori politici e rom.


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