Cronaca

Giovani armati a Pollena Trocchia: altro segnale d’allarme sul disagio adolescenziale

di Gianluca Pascutti -


La cronaca recente ci porta a Pollena Trocchia, in provincia di Napoli, dove due adolescenti, un tredicenne con una mannaia di 27 cm e un quattordicenne con un coltello di 22 cm, sono stati fermati dalle forze dell’ordine. Il motivo dichiarato dai ragazzi è preoccupante: “Dobbiamo difenderci”. Questo episodio ha immediatamente destato l’attenzione delle autorità locali e dell’opinione pubblica, riportando in primo piano la questione della violenza giovanile e del disagio adolescenziale, fenomeni purtroppo in crescita in tutta Italia. L’episodio è emblematico di un fenomeno più ampio, che riflette il disagio e la fragilità emotiva dei giovani. Gli adolescenti oggi si trovano ad affrontare sfide complesse, amplificate da un contesto sociale che offre spesso più incertezze che stabilità. La pandemia, l’uso esagerato dei social media, il bullismo e le difficoltà economiche sono solo alcune delle problematiche che incidono profondamente nella vita dei ragazzi, portandoli a sviluppare comportamenti difensivi e a sentirsi insicuri in modo compulsivo. Ma cosa porta un adolescente a sentirsi tanto vulnerabile da ricorrere a un’arma per “difendersi” non si sa da chi e da cosa? La presenza di una forte pressione sociale e talvolta l’assenza di un’adeguata rete di supporto familiare e scolastico, possono indurre questi giovani a sviluppare un senso di sfiducia verso il mondo esterno. La tentazione di armarsi per “proteggersi” potrebbe nascondere la percezione di un mondo ostile, dal quale si sentono isolati. Secondo gli psicologi, questi episodi non sono solo un problema di sicurezza, ma una questione sociale e culturale. Occorre rafforzare il dialogo con i giovani, coinvolgerli in attività che favoriscano la socializzazione positiva e offrire loro un adeguato sostegno psicologico e familiare. Interventi tempestivi nelle scuole, programmi di educazione emotiva e una maggiore attenzione alla salute mentale potrebbero costituire parte della risposta. Il caso di Pollena Trocchia è un segnale d’allarme che invita a riflettere su come stiamo educando i nostri giovani e quale società stiamo costruendo. È necessario un intervento corale, in cui famiglia, scuola e comunità lavorino insieme per offrire ai ragazzi alternative concrete che li allontanino dalla violenza e li avvicinino alla fiducia nel prossimo e nelle istituzioni.


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