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Immigrati, i Cpr che non servono: costi per 93 milioni, fino a 70mila euro per ogni persona, solo il 10% di rimpatri nel 2023

di Angelo Vitale -


Il report “Trattenuti 2024. Una radiografia del sistema detentivo per stranieri” di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari ricostruisce il funzionamento dei Cpr, i centri di permanenza per i rimpatri, le strutture in Italia dedicate ad accogliere gli immigrati arrivati senza permesso di soggiorno o destinati a un provvedimento di espulsione, categoria che non comprende le persone rifugiate o richiedenti asilo. Un funzionamento fallimentare, “spazi invivibili, costi fuori controllo – fino a oltre 70mila euro all’anno per una sola persona – e gestione caotica in 11 centri detentivi attivi in Italia nel 2023”.

La denuncia è forte è articolata: centri gestiti da “cooperative e soggetti for profit, tra i quali anche una multinazionale, tra confusione amministrativa e mancanza di trasparenza”. “Ci sono gestori di Cpr esclusi dalle gare delle prefetture, il più delle volte a causa di illeciti e reati contro la Pubblica Amministrazione, ma che partecipano a nuove gare e continuano a gestire Cpr in altre regioni – spiega Fabrizio Coresi, esperto di migrazioni per ActionAid -. I gestori sono sempre gli stessi. Questi enti producono un guadagno non erogando quanto previsto dal contratto e facendo leva sui mancati controlli delle prefetture. Anche per questo, visti i monitoraggi come il nostro, sono sempre meno i soggetti disposti a gestire questi luoghi, soggetti che spesso si alleano con i propri concorrenti per vincere le gare”.

Zone fuori controllo, i Cpr. Costi esorbitanti: quasi 93 milioni di euro dal 2018 al 2023. Di questi, oltre 33 milioni spesi per la manutenzione dei centri, di cui oltre il 76% utilizzato per interventi di manutenzione straordinaria, cioè ristrutturazioni dovute a danneggiamenti. “A Torino il costo del Cpr, chiuso dal marzo 2023 – ha accertato Action Aid con l’Università di Bari -, è esorbitante: oltre 3 milioni di euro per l’affitto della struttura a Ferrovie dello Stato, ristrutturazioni straordinarie e saldo all’ultimo ente gestore. Quello di Roma a Ponte Galeria costa quasi 6 milioni tra 2022 e 2023. A Milano una gestione commissariata a seguito di indagini della Procura in cui erano emersi frodi in pubbliche forniture, turbativa d’asta e condizioni infernali per i trattenuti. A Gorizia la prefettura sostiene di non essere in possesso di dati contabili. Il Cpr di Brindisi, con una capienza effettiva di 14 posti, vede il costo medio di un posto superare i 71.500 euro all’anno”.

Costi alle stelle e rimpatri al lumicino. Ad oggi sono aperte e funzionanti solo 10 strutture su 12 attive. Il tasso di efficacia della politica detentiva risulta limitatissimo: dai Cpr sono stati rimpatriati solamente il 10% nel 2023 delle persone colpite da un provvedimento di espulsione, cioè su 28.347 persone ne sono state rimpatriate “solo” 2.987 dai Cpr italiani. Il totale dei rimpatri è di 4.267 (comprensivo di tutte le procedure effettuate fuori dai Cpr). “Una politica che ottiene il 10% dei risultati attesi è inammissibile”, conclude Coresi.


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