Se l’opposizione ai governi di centrodestra non è solo politica
Tenere alta e sempre accesa l’attenzione sull’attività del governo, di centrodestra o centrosinistra, è senza dubbio giusto. Farlo in modo oggettivo e scevro da pregiudizi di parte è cosa ben più complicata, ma pur sempre auspicabile, soprattutto da parte di chi fa informazione. Lo stesso vale per i partiti di opposizione che in ogni democrazia matura hanno il dovere di essere anche particolarmente duri, ma senza essere o risultare strumentali, magari servendosi di altri poteri dell’ordinamento che, piaccia o meno, incontrovertibilmente troppo spesso assumono le vesti di avversari politici di maggioranze affermatesi nelle urne, sulla scorta del volere degli elettori. Questa è la teoria. La pratica, purtroppo, è altro ed è caratterizzata da attacchi spesso scomposti da parte di un’opposizione che si crogiola nella comoda posizione di chi ritine di essere chiamato solo a giudicare e a dover giudicare necessariamente male. Senza guardare mai alle proprie spalle, a quei periodi in cui l’opposizione è stata maggioranza ed era quindi chiamata a governare. Ma criticare, si sa, è ben più facile che fare. È più semplice che mettere sul tavolo le differenze tra questo e quel governo, più comodo che guardare a cosa si è fatto rispetto a cosa sta facendo l’avversario politico. Tanto più agevole se ci si può avvalere anche del contributo di mondi che dovrebbero correre solo parallelamente all’universo che si occupa della gestione del Paese, come quello dell’informazione o, ancora peggio, quello relativo all’amministrazione della giustizia.
Accade così che certe politiche e le scelte che ne conseguono, gli stessi provvedimenti di legge e le riforme vengano giudicate e, quel che è peggio, fatte passare come necessariamente sbagliate, ingiuste, inique e, in alcuni casi, addirittura contro legge. Una prassi ormai conclamata e puntualmente adottata come arma di lotta politica quando al governo c’è il centrodestra. Lo abbiamo visto per anni con i governi di Silvio Berlusconi e lo vediamo anche adesso con quello di Giorgia Meloni, puntualmente di centrodestra. E il punto non è solamente se questi governi hanno fatto o stanno facendo bene, ma cosa hanno fatto – e in che modo – quelli sostenuti dalla parte politica avversa sui grandi temi che ogni giorno impattano sulla vita dei cittadini. Dalla giustizia all’immigrazione, dalla sanità al fisco, dalla sicurezza alla gestione delle aziende di Sato e delle partecipate, dalla modernizzazione e dalla semplificazione dell’assetto istituzionale alla politica estera.
Nel corso delle prossime settimane, analizzeremo quindi l’attività del governo sulle principali materie che è ordinariamente chiamato a gestire nei vari settori che regolano la vita dello Stato e proveremo a effettuare una comparazione con quanto hanno invece fatto quelli di colore politico diverso. Contestualmente, proveremo a soffermarci anche su quelli che sono stati i principali detrattori dei governi che si sono susseguiti negli anni, ovvero su quelle forze che a vario titolo hanno operato nel tentativo di contrastarne le politiche.
Per essere più chiari, c’è un motivo se, solo per fare un esempio, della giustizia si occupa prevalente il centrodestra? E c’è un nesso con le inchieste mediatiche e giudiziarie che colpiscono prevalentemente i governi di questo colore politico? I governi di sinistra fanno sempre e comunque bene o semplicemente evitano di toccare determinate questioni che pure sono tutt’altro che irrilevanti nelle dinamiche del Paese? Esiste in Italia un substrato politicamente schierato, ben radicato negli apparati della macchina pubblica e burocratica a tutti i livelli, in grado di influenzare la vita e la stessa permanenza in carica di governi di centrodestra non allineati e determinati a intervenire in settori che per i più disparati motivi si vorrebbe rimanessero cristallizzati così come sono?
Nel tentativo di rispondere a questi interrogativi ci soffermeremo sulle grandi questioni politiche che incendiano il dibattito pubblico da anni e che, troppo spesso, finiscono per diventare oggetto di scontro anche con stampa e la magistratura.
Tenere alta e sempre accesa l’attenzione sull’attività del governo è senza dubbio giusto. Farlo in modo oggettivo e scevro da pregiudizi di parte è cosa ben più complicata, ma pur sempre auspicabile, soprattutto da parte di chi fa informazione. Lo stesso vale per i partiti di opposizione che in ogni democrazia matura hanno il dovere di essere anche particolarmente duri, ma senza essere o risultare strumentali, magari servendosi di altri poteri dell’ordinamento che, piaccia o meno, incontrovertibilmente troppo spesso assumono le vesti di avversari politici di maggioranze affermatesi nelle urne, sulla scorta del volere degli elettori. Questa è la teoria. La pratica, purtroppo, è altro ed è caratterizzata da attacchi spesso scomposti da parte di un’opposizione che si crogiola nella comoda posizione di chi ritine di essere chiamato solo a giudicare e a dover giudicare necessariamente male. Senza guardare mai alle proprie spalle, a quei periodi in cui l’opposizione è stata maggioranza ed era quindi chiamata a governare. Ma criticare, si sa, è ben più facile che fare. È più semplice che mettere sul tavolo le differenze tra questo e quel governo, più comodo che guardare a cosa si è fatto rispetto a cosa sta facendo l’avversario politico. Tanto più agevole se ci si può avvalere anche del contributo di mondi che dovrebbero correre solo parallelamente all’universo che si occupa della gestione del Paese, come quello dell’informazione o, ancora peggio, quello relativo all’amministrazione della giustizia.
Accade così che certe politiche e le scelte che ne conseguono, gli stessi provvedimenti di legge e le riforme vengano giudicate e, quel che è peggio, fatte passare come necessariamente sbagliate, ingiuste, inique e, in alcuni casi, addirittura contro legge. Una prassi ormai conclamata e puntualmente adottata come arma di lotta politica quando al governo c’è il centrodestra. Lo abbiamo visto per anni con i governi di Silvio Berlusconi e lo vediamo anche adesso con quello di Giorgia Meloni. E il punto non è solamente se questi governi hanno fatto o stanno facendo bene, ma cosa hanno fatto – e in che modo – quelli sostenuti dalla parte politica avversa sui grandi temi che ogni giorno impattano sulla vita dei cittadini. Dalla giustizia all’immigrazione, dalla sanità al fisco, dalla sicurezza alla gestione delle aziende di Sato e delle partecipate, dalla modernizzazione e dalla semplificazione dell’assetto istituzionale alla politica estera.
Nel corso delle prossime settimane, analizzeremo quindi l’attività del governo sulle principali materie che è ordinariamente chiamato a gestire nei vari settori che regolano la vita dello Stato e proveremo a effettuare una comparazione con quanto hanno invece fatto quelli di colore politico diverso. Contestualmente, proveremo a soffermarci anche su quelli che sono stati i principali detrattori dei governi che si sono susseguiti negli anni, ovvero su quelle forze che a vario titolo hanno operato nel tentativo di contrastarne le politiche.
Per essere più chiari, c’è un motivo se, solo per fare un esempio, della giustizia si occupa prevalente il centrodestra? E c’è un nesso con le inchieste mediatiche e giudiziarie che colpiscono prevalentemente i governi di questo colore politico? I governi di sinistra fanno sempre e comunque bene o semplicemente evitano di toccare determinate questioni che pure sono tutt’altro che irrilevanti nelle dinamiche del Paese? Esiste in Italia un substrato politicamente schierato, ben radicato negli apparati della macchina pubblica e burocratica a tutti i livelli, in grado di influenzare la vita e la stessa permanenza in carica di governi non allineati e determinati a intervenire in settori che per i più disparati motivi si vorrebbe rimanessero cristallizzati così come sono?
Nel tentativo di rispondere a questi interrogativi ci soffermeremo sulle grandi questioni politiche che incendiano il dibattito pubblico da anni e che, troppo spesso, finiscono per diventare oggetto di scontro anche con stampa e la magistratura.
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