Attualità

L’Italia? Tangenti sì, tangenti sempre

di Angelo Vitale -


Tangenti sì, tangenti pure, tangenti sempre. Sembra rinnovato l’interesse della magistratura per il fenomeno della corruzione in Italia dopo gli anni scorsi – specie quelli caratterizzati dall’emergenza sanitaria per il Covid – ove risultava scemato nei casi di cronaca il protagonismo di faccendieri, politici e imprenditori abituati a gare, appalti e forniture in cui l’ungere le procedure per accelerare le procedure, gli affidi e gli incarichi è lo strumento fondamentale.

Le più recenti inchieste nazionali ed europee – gli italiani hanno cominciato a far conoscenza da qualche con l’Eppo, l’European Public Prosecutor’s Office che è la Procura europea operativa dal giugno del 2021 e competente a indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Ue – fanno rimbalzare sui media e in tv le sigle di società e gruppi dai nomi e dai fatturati altisonanti – Anas, Ernst&Young, Sogei, Tim – presentandoci colletti bianchi che più immacolati non potevano sembrarci. Manager dai lunghi curriculum e da esperienze consolidate che buttano alle ortiche una carriera per le mazzette, da prendere o da consegnare. Tangenti composte da banconote addirittura sigillate in confezioni sotto vuoto per diminuirne l’ingombro, come ciascuno di noi fa ad ogni cambio di stagione con coperte e piumoni da custodire negli armadi. Un metodo che – ci ricorda sempre la cronaca – è da tempo utilizzato dai boss e dai soldati del narcotraffico, quello internazionale o quello più spicciolo praticato nei quartieri delle nostre città.

Corruzione, lo studioso Robert Klitgaard nel 1997 ne ha ricavato addirittura un’equazione per dimostrarne l’ampiezza e la diffusione. “E’ un reato – ha detto – basato sul calcolo, non sulla passione. Le persone tendono a corrompere o a essere corrotte quando i rischi sono bassi, le multe e punizioni minime, e le ricompense grandi”. In Italia, Ferruccio de Bortoli ne ha definito il pericolo: “E’ una tassa occulta, frena gli investimenti esteri, distorce i mercati, umilia il merito e calpesta la cittadinanza”. Indro Montanelli si è incaricato di farci carico di questa pietra tombale: “Non ci deriva da questo o quel regime o da queste o quelle “regole”, di cui battiamo, inutilmente, ogni primato di produzione. Ci deriva da qualche virus annidato nel nostro sangue e di cui non abbiamo mai trovato il vaccino. Tutto in Italia ne viene regolarmente contaminato”.


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