A CONTI FATTI – Venti di austerity, il Fmi critica l’Italia
Il ministro dell Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla manovra economica, Roma, 16 ottobre 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
Fmi contro l’Italia. La manovra non scalda i cuori. Né dei pensionati, nemmeno dei medici e degli insegnanti. È il prezzo da pagare al Patto di stabilità, nuovamente senza crescita, imposto all’Italia da Bruxelles. Ma c’è qualcuno a cui una manovra imperniata sulla necessità di tagliare dovrebbe piacere ma a cui, invece, non sembra bastare. È il Fondo monetario internazionale che nei giorni scorsi ha mandato un “pizzino” al governo italiano: “Il debito italiano è ancora molto alto, la chiave – ha consigliato il vicecapodipartimento Fmi per l’Europa Helge Berger -, è di essere un pò più ambiziosi rispetto a una riduzione solo graduale del deficit”. Insomma, di imporre una bella austerity come ai tempi gloriosi di Atene e della Grecia derelitta. Al ministro Giorgetti, frustrato, le parole del Fmi non sono andate per niente giù: “La prossima vita – ha dichiarato in una battuta al veleno – rinasco economista del Fmi”. E dagli torto.
Tutti i numeri di Eni
Eni piazza il 25% di Enilive al fondo americano Kkr e brinda ai risultati di bilancio. L’utile netto del terzo trimestre di quest’anno è pari a 1,2 miliardi di euro portando gli utili dei primi nove mesi del 2024 a 4,372 miliardi. L’ad Claudio Descalzi è soddisfatto: “Abbiamo dimostrato la solidità del nostro modello di business grazie a un portafoglio di attività caratterizzate da crescenti vantaggi competitivi, alla rigorosa disciplina adottata nei costi e negli investimenti, e ai continui progressi nell’esecuzione della nostra strategia di crescita e di creazione di valore, conseguendo risultati migliori delle aspettative”.
Moda, è caos
Versace resta dov’è: i giudici americani stoppano la megafusione tra le holding Capri (che ne detiene il brand insieme, tra gli altri, a quelli di Jimmy Cho e Michael Kors) e Tapestry. Una fusione da 8,5 miliardi di dollari che avrebbe portato sulla scena un nuovo player gigantesco della moda e del lusso. Ma il tribunale di New York ha fermato tutto. La vicenda, però, non finisce qui. Tapestry ha intenzione di proporre ricorso mentre Capri ha registrato perdite fortissime nelle quotazioni che hanno raggiunto, nelle ore successive alla sentenza, addirittura il 45%.
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