Politica

Il ministero della Cultura è vittima o carnefice?

di Lino Sasso -


Alla luce degli ormai trascorsi due anni di governo Meloni non si può più sfuggire dal provare a rispondere a una domanda che ultimamente si è fatta sempre più strada nei palazzi romani del potere. Il ministero della Cultura è davvero così sfigato o forse è lui a portare sfiga? Un dubbio quasi amletico a guardare, da un lato, quanto accaduto in questi due anni agli inquilini del dicastero di via del Collegio romano, ma anche, dall’altro, ad alcune loro uscite a dir poco infelici. Alle molteplici gaffe dell’ex ministro Gennaro Sangiuliano sono seguiti gli altisonanti quanto incomprensibili interventi dell’attuale titolare delle Cultura, Alessandro Giuli.  Entrambi hanno addirittura scomodato, chi direttamente chi solo nell’immaginario collettivo, Galileo Galilei: il primo parlando dell’influenza di quest’ultimo su Cristoforo Colombo, sebbene lo sbarco nelle Americhe sia avvenuto nel 1492 mentre il padre dell’astronomia moderna sia nato solamente nel 1564; il secondo, invece, riferendosi in modo incomprensibile alla “centralità del pensiero solare”.  E di esempi ce ne sarebbero ancora altri, nonostante il neo ministro sia stato nominato solo recentemente. Ma imprecisioni ed eloqui improvvidi non solo gli unici elementi ad accumunare i protagonisti del vecchio e del nuovo corso del ministero della Cultura. Su tutto, infatti, a troneggiare sono gli scandali, svelati o annunciati, che gravitano attorno alle stanze ministeriali. Dal caso di Maria Rosaria Boccia che ha portato alle dimissioni di Gennaro Sangiuliano e alle successive inchieste della magistratura, sia penale che contabile, fino a quello delle dimissioni dell’appena nominato nuovo capo di Gabinetto del ministero Francesco Spano. In mezzo, si pone anche un’altra questione, ancora tutta da chiarire, quella del precedente capo di Gabinetto, Francesco Gilioli, cacciato da Giuli per essere stato colto “con le mani nella marmellata”. E a ben vedere, in questi due anni, c’è stata anche un’altra vittima al ministero della Cultura, Vittorio sgarbi, che è stato costretto a lasciare l’incarico di sottosegretario complici le pressioni politiche seguite a un’inchiesta giudiziaria dalla quale è uscito completamente indenne. Non a caso il ministero della Cultura sembra essere diventato, oltre che il luogo privilegiato del gossip del potere, anche la tomba politica di chi ci capita. Ma che sia carnefice piuttosto che vittima è ancora tutto da stabilire.


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