Attualità

Roma, il filo rosso che divide la viabilità

di Eleonora Ciaffoloni -


Roma, il filo rosso che divide la viabilità – Cronache settimanali dai disagi verso il Giubileo 2025

È ormai diventata una consuetudine: prima di imbarcarmi nel mio cammino per vie di Roma ho imparato a fare un piccolo “controllo” mappe per capire quanto tempo mi servirà per arrivare a destinazione. Apro l’applicazione e, senza ormai sorprendermi più di tanto, le strisce gialle e rosse del traffico si intersecano come serpentelli, dandomi un tempo di percorrenza – da punto A a punto B – sempre superiore alle media. L’avevo detto che non mi sarei lamentata del traffico perché questo rappresenta un elemento fisiologico in una grande città dove i mezzi privati vengono preferiti a quelli pubblici. Il motivo? Molto semplice, è la mancata efficienza che si sposa con la finita pazienza di utenza e utenti del trasporto pubblico. Ma ci torneremo su questo, non temete. Insomma, il disagio “finale” è sì il traffico, che in altre circostanze sarebbe sopportabile, ma è come ci si arriva a crearlo che ci rende perplessi, visto che l’obiettivo del Comune in vista del Giubileo è quello di “liberare le strade”. Per farlo l’amministrazione ha deciso di intervenire con, allo stato attuale, 150 interventi – come ci informa il portale “Roma si trasforma” – che prevedono il miglioramento della mobilità e delle infrastrutture stradali in vista del grande appuntamento del 2025. Certo, non tutti i lavori finiranno entro l’apertura dell’Anno Santo, non vi sarete dimenticati dei cantieri “storici” che hanno già cambiato il volto di Roma? A piazza Pia e piazza dei Cinquecento, l’affare mastodontico a piazza Venezia e quello per la riapertura del ponte di Ferro. Tutti grandi buchi di viabilità che dureranno anni e che hanno già mostrato il loro potenziale. Ma non sono questi a fare paura: ci sono bensì restringimenti, interventi sui viadotti, ripavimentazioni, sostituzione di binari, ecc; tutti lavori che occupano pezzetto dopo pezzetto, chilometri e chilometri di capitale congestionando i mezzi in un’unica grande coda che attraversa tutta Roma. “Ci scusiamo per il disagio, (MA) poi sarà migliore” recita lo slogan per il rifacimento della metro A : noi questo lo vogliamo prendere come monito anche per i cantieri stradali. Possiamo fare un sacrificio se poi “sarà migliore”. Ma lo sarà? Siamo dubbiosi per due motivi: il circolo vizioso dei cantieri sembra non voler finire mai, riapri la sopraelevata, chiudi l’uscita. Riapri la galleria, trasformi in area pedonale. Sarà migliore. Ma quando? Il secondo dubbio riguarda il traffico in senso stretto. Per evitarlo, il sindaco Gualtieri sta valutando di mettere (almeno fino a Natale) circa 25mila dipendenti pubblici in smart working, proprio per l’obiettivo già citato: liberare le strade. Cosa che, sulla carta, era compito dei cantieri (finiti). Ma n’ce staranno a pià per culo questi?


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