Attualità

Caso Salis, la sinistra garantista solo quando fa comodo

di Giulia Sorrentino -


Sembra surreale doversi occupare del caso di Ilaria Salis, ma è doveroso farlo nel momento in cui si sentono delle assurdità che rasentano lo squilibrio. Dopo la richiesta da parte dell’Ungheria della revoca dell’immunità per l’eurodeputata eletta a Bruxelles con Avs, la ragazza ha detto: “Chiedo al premier Orban se è normale affermare che una persona è un delinquente prima della sentenza”. Cara Salis, no, ma non è normale nemmeno farsi eleggere per non avere un regolare processo. Siamo garantisti, per cui nessuno è colpevole fino a prova contraria, ma non siete proprio voi che propinate innocentismo a giorni alterni? Non è stato proprio Bonelli, deputato di Avs, ad attaccare Salvini dicendo che “quando era ministro, utilizzò il dramma umano delle persone migranti, che purtroppo morivano a migliaia nel Mar Mediterraneo, per mero calcolo elettorale”? Dov’è qui la presunzione di innocenza? Queste due vicende hanno una sola, ma drammatica, cosa in comune: entrambi sono politici ed è l’unica analogia che troverete. Con la differenza che uno dei due, ovvero Matteo Salvini, rischia anni e anni di carcere proprio per avere svolto all’epoca il ruolo di ministro degli Interni seguendo una linea di governo condivisa anche dall’allora premier Giuseppe Conte. Ilaria Salis, invece, è una europarlamentare solo grazie al fatto di essere accusata di aver violato la legge. Sbalorditivo, folle, incoerente. Un cortocircuito all’italiana. Ma la Salis si è mai preoccupata dell’eventuale condanna di Salvini? Sembra di no: “Il mio problema non è se Salvini va o non va in galera, ma che negli ultimi dieci anni sono morte trentamila persone nel Mediterraneo”. E allora, cara Salis, noi perché ci dovremmo preoccupare per il suo eventuale ritorno in Ungheria? “Per le autorità ungheresi sono una criminale ancora prima della sentenza, è una persecuzione”, ha detto la Salis. E gli altri duemila italiani detenuti all’estero, anche loro sono dei perseguitati? Vogliamo portarli tutti al Parlamento Europeo? E, ancora, non è forse proprio Salvini un perseguitato dopo le intercettazioni in cui il capo della Procura di Viterbo Paolo Auriemma scriveva ‘mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando’ e Palamara rispondeva ‘comunque va attaccato’? Non aveva agito contro gli sbarchi anche Luciana Lamorgese alla guida del Viminale durante il “Conte due” bloccando sette navi umanitarie tra il 9 ottobre e il 21 dicembre del 2020? La Salis a Bruxelles, la Lamorgese non ha avuto nessun procedimento, Salvini è a processo. Io di limpido riesco a scorgere nulla, se non che il cattivo da combattere non è di certo lui. Questi sono fatti incontrovertibili, ma gli ottusi preferiscono vivere nella sicurezza della loro ignoranza.


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