Senza Zuccheri Aggiunti – Il lavoro sporco del Gossip
Quando uno non riesce a far fuori un avversario criticando il suo lavoro, nessun problema, c’è sempre un piano B: rovistare nelle sue mutande. È così che funziona il gioco, no? Quando non puoi incastrare qualcuno con i suoi fallimenti, lo piazzi al centro del gossip e lasci che siano gli scandali a fare il lavoro sporco. Non importa quanto sia bravo, competente, capace. Quando non hai argomenti solidi da portare sul tavolo, la strategia diventa una: puntare sulla vita privata, cercare il peccatuccio, il dettaglio che fa notizia.
È un metodo antico, rodato, che ha fatto cadere governi e rovinato carriere. Una vecchia volpe che non tramonta mai: mettere in dubbio la credibilità professionale insinuando il dubbio sulle sue abitudini personali. È il classico “dagli al peccatore” che funziona come un orologio svizzero, perché si sa, alla gente piace più una bella storia piccante che una noiosa lezione di economia o politica.
E in fondo, se ci pensate, c’è un certo riconoscimento nascosto in tutto ciò. Se qualcuno deve scavare nel tuo privato per attaccarti, è la prova che non ha trovato nulla di sbagliato nel tuo lavoro. Più cerchi di metterlo in un angolo e più il colpo di teatro è rovistare nei suoi cassetti. Perché le idee, le competenze, la professionalità si discutono a fatica, mentre un paio di mutande sporche fanno molto più rumore. E così il gioco è fatto: il professionista resta tale, ma l’uomo viene messo in piazza. E alla fine, come sempre, il pubblico applaude.
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