Politica

PRIMA PAGINA-La polemica italiana sui migranti riecheggia in Europa

di Giuseppe Ariola -


La gestione dei migranti è tornata ad agitare l’Europa, complice anche il recente caso che è scoppiato attorno agli immigrati irregolari rientrati dall’Albania e, più in generale, alla stessa intesa tra Roma e Tirana. Nonostante i governi dei principali paesi comunitari siano di fatto contrari alla sentenza della Corte di giustizia alla quale si è appigliata la sezione immigrazione del Tribunale di Roma, quanto accaduto in Italia rappresenta un terreno di facile strumentalizzazione politica. Non a caso, sulle strategie relative ai flussi migratori in generale e sull’esternalizzazione presso paesi terzi dei centri per il rimpatrio degli irregolari in particolare, la polemica politica ha trovato terreno fertile anche al Parlamento europeo. Il gruppo dei socialisti a Strasburgo è arrivato addirittura a mettere in dubbio il sostegno il sostegno alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e ad attaccare gli alleati popolari. Nel corso di una conferenza stampa al Parlamento europeo, il presidente del gruppo dei Socialisti e democratici, Iratxe Garcia-Perez, ha infatti sollevato la questione facendo esplicito riferimento a quanto accaduto in Italia. “Qualsiasi proposta di esternalizzazione della politica di asilo e rimpatrio – ha detto – è un’assoluta violazione del diritto internazionale. E ciò è stato confermato nella sentenza dei giudici di Roma sull’accordo fra Italia e Albania”. Poi ha proseguito con l’attacco ai popolari e alla von der Leyen esprimendo netta contrarietà “all’esternalizzazione della gestione dei migranti verso paesi terzi. Siamo contrari alla strategia del Ppe. Ci preoccupa che la presidente von der Leyen voglia adottare e generalizzare queste misure in tutta l’Unione europea. Vogliamo chiarire ancora una volta che non possono contare sul nostro sostegno. Il gruppo S&D non li sosterrà”, ha tuonato. Una posizione netta, in totale difformità con quella espressa dalla stessa presidente della Commissione Ue che solamente la scorsa settimana aveva parlato di quello italiano sulla gestione dei migranti come di un modello efficiente esportabile anche in altri paesi, ma molto probabilmente non definitiva. Secondo ambienti della delegazione italiana del Ppe quello dei socialisti è solo un tentativo di alzare il tiro e queste paventate minacce sarebbero funzionali esclusivamente al tentativo di stroncare il dialogo con i conservatori dell’Ecr. Proprio dall’Ecr, il co-presidente del gruppo Nicola Procaccini bolla come “singolari e fuori luogo le affermazioni della socialista Garcia perché l’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori è già inserita nel Patto per l’asilo e migrazione dell’Ue”.
A irrompere in un dibattito già teso che vede l’Italia e la sua gestione degli immigrati come protagonista si è poi aggiunto un rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organismo del Consiglio d’Europa, che accusa le forze dell’ordine italiane di “profilazione razziale”. Il documento ha scosso addirittura il Presidente della Repubblica che ha espresso “stupore” per le sue conclusioni e ha mandato su tutte le furie il centrodestra che è letteralmente insorto, tanto che la stessa premier è intervenuta evidenziando che “le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”. Solidarietà a chi indossa la divisa è stata espressa anche da Carlo Calenda e Mara Carfagna di Azione, mentre per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “è inaccettabile che un’organizzazione internazionale, di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo, insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini”. Lo stesso titolare del Viminale ha poi annunciato il ricorso in Cassazione, attraverso l’Avvocatura dello Stato, contro le mancate convalide del trattenimento dei migranti trasferiti presso l’hotspot albanese di Gjader. Sullo sfondo resta l’aperta polemica tra governo e magistratura nuovamente alimentata all’indomani dell’approvazione del decreto sui paesi sicuri dall’Associazione nazionale magistrati che risponde sostenendo che “i giudici non possono assumere decisioni ispirate dalla necessità di collaborazione con il governo di turno”.


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