Economia

Welfare, i dati e le proposte per migliorarlo nelle imprese

di Giorgio Brescia -


Al Global Welfare in corso a Roma istituzioni, aziende, enti previdenziali, enti sanitari ed esperti hanno discusso i dati dell’Osservatorio Italian Welfare sui trend del welfare in 200 aziende che impegnano 800mila lavoratori. Un resoconto servito a fare il punto sulla prospettiva multidimensionale che contraddistingue l’attività di ricerca dell’Osservatorio, ove si ritiene che il benessere globale del singolo si traduca nella sua capacità di far fronte ai principali fabbisogni grazie agli strumenti di welfare a sua disposizione su dieci pilastri: previdenza, sanità, genitorialità, caregiving, coperture assicurative per grandi rischi – premorienza, invalidità e non autosufficienza -, work-life integration, wellbeing fisico e psicologico, formazione e crescita personale, misure di sostegno al reddito ed educazione al welfare.

Ne è emersa una rilevante concentrazione delle iniziative aziendali – che hanno interessato il 73% delle imprese esaminate – sugli strumenti di sostegno al reddito, di conciliazione vita-lavoro, di formazione e di wellbeing fisico e psicologico. Al contrario, meno del 50% delle aziende ha adottato misure a supporto dei caregiver, dei fabbisogni socio-sanitari dei lavoratori oppure a protezione dei grandi rischi come la premorienza, l’invalidità e la non autosufficienza. E solo il 21% delle aziende analizzate ha attuato azioni mirate a favorire la diffusione del risparmio previdenziale complementare dei propri lavoratori, soltanto il 16% ha previsto un aumento dell’aliquota contributiva a proprio carico. Mentre il 17% ha introdotto, a favore dei lavoratori, una copertura sanitaria aggiuntiva a quella base, che nel 64% dei casi esaminati è interamente a carico dell’azienda.

Va meglio nel campo della prevenzione: il 71% mette a disposizione dei lavoratori check-up sanitari, più del 73% – nelle grandi imprese . adotta misure di welfare extra contratto nazionale, solo il 16 % delle aziende più piccole adotta iniziative di welfare aggiuntive a quelle contrattuali.

Dal direttore dell’Osservatorio, Stefano Castrignanò, le proposte su tre aree di intervento prioritarie: previdenza complementare, sanità integrativa e diffusione degli strumenti di welfare globale ai lavoratori delle pmi. “Solo un terzo dei lavoratori è iscritto a forme di previdenza complementare – dice -. Vanno introdotte coperture obbligatorie per premorienza, invalidità e non autosufficienza e sviluppare campagne di sensibilizzazione efficaci”. Sulla sanità integrativa “è necessario agire sul fronte dell’offerta, configurandole meglio la cornice regolatoria, introducendo presidi di trasparenza, di vigilanza, di armonizzazione fiscale e favorendo un maggiore universalismo delle coperture sanitare a favore di chi ne è oggi sprovvisto. Mi riferisco in particolare ai pensionati, che solo nel 23% dei casi analizzati possono mantenere l’accesso alle coperture sanitarie così come a quelle categorie di lavoratori che oggi non hanno alcuna tutela, né di natura contrattuale né di natura aziendale”. E, circa il welfare nelle pmi, “sarebbe opportuno introdurre meccanismi di premialità per le aziende che adottano iniziative di welfare orientate alla sostenibilità sociale”.


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