Esteri

La Cina mostra ancora i muscoli a Taiwan

di Ernesto Ferrante -


Nuova prova di forza della Cina nello Stretto di Taiwan. I militari di Xi Jinping hanno avviato nelle ultime ore manovre militari con l’impiego di munizioni nei pressi della “provincia ribelle”. Per Taipei le esercitazioni, che arrivano dopo quelle di metà mese con un numero record di velivoli e unità navali schierati intorno all’isola e il coinvolgimento della Guardia costiera, sono una “minaccia” per la stabilità nella regione.

Le operazioni erano state annunciate ieri dall’Amministrazione cinese per la sicurezza marittima di Pingtan, località della provincia cinese del Fujian, che aveva parlato di impiego di munizioni per quattro ore in un’area di circa 150 chilometri quadrati, vicina alla sua costa e relativamente lontana dall’isola

Il ministero della Difesa di Taiwan ha confermato di monitorare “le attività e le intenzioni militari” cinesi. Per le autorità locali si tratta di “tattiche di Pechino per intensificare le intimidazioni” nello Stretto, attraversato nel fine settimana da una nave da guerra americana e una canadese nel contesto dei transiti effettuati a cadenza regolare dagli Usa e dagli alleati. Un doppio passaggio non casuale, secondo gli analisti militari del “Dragone”.

“Il 22 ottobre 2024, dalle 09:00 alle 13:00, saranno effettuati spari con munizioni vive”, si legge in un comunicato della China Maritime Security Administration di Pingtan. Sarà “vietato entrare” nell’area in questione, che si trova vicino alla costa cinese, ha aggiunto l’amministrazione nel suo avviso alle navi. Non è stato specificato chi effettuerà gli spari né quale sarà l’obiettivo.

La Cina considera Taiwan una delle sue province e, pur dicendosi favorevole a una riunificazione pacifica, anche la scorsa settimana, al termine della sue simulazioni di accerchiamento, ha ribadito che non abbandonerà “mai” l’opzione di “usare la forza”, se dovesse essere necessario.

Situazione è più serena sull’altro “fronte caldo”. India e la Cina hanno raggiunto, infatti, un importante accordo sul disimpegno lungo la Linea di controllo effettiva (Lac), con l’obiettivo di riprendere il pattugliamento e risolvere le tensioni esplose nel 2020. Il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri, ha affermato che con l’omologo cinese si lavorerà per il disimpegno nelle aree di confine. La fumata bianca è arrivata poco prima del vertice dei Brics in Russia, e potrebbe essere un segnale di disgelo nelle relazioni tra i due grandi Paesi, entrambi in possesso di armi nucleari.


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