Attualità

Unimpresa: manovra a rischio debito pubblico

di Giorgio Brescia -


Una manovra che desta preoccupazioni, la sua attivazione genererà un forte debito pubblico: “La manovra di bilancio per il 2025 predisposta dal governo italiano – rileva un’analisi del Centro studi di Unimpresa -prevede interventi per un totale di 29,7 miliardi di euro. Tuttavia, le coperture finora individuate ammontano a 20,8 miliardi, il che lascia un disavanzo di 8,9 miliardi, destinato a tradursi in nuovo debito pubblico. È intenzione dell’esecutivo, dunque, di finanziare parte della manovra tramite l’aumento dell’indebitamento netto per quasi 9 miliardi, confermando la linea espansiva della politica fiscale per il prossimo anno”. Secondo Unimpresa, quello del governo di Giorgia Meloni è un approccio che, sebbene volto a sostenere la crescita economica, solleva interrogativi sulla sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo.

“La legge di bilancio per il 2025 – prosegue l’analisi -prevede uno sforzo significativo in termini di interventi a sostegno dell’economia e della società, ma si scontra con la necessità di finanziare parte di queste misure attraverso l’aumento del debito pubblico”.

“Il governo – commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafor – dovrà dunque affrontare una sfida importante nel trovare soluzioni sostenibili per mantenere l’equilibrio tra crescita e stabilità fiscale. Si trova a camminare su un filo sottile. Da un lato, deve dimostrare ai cittadini che le risorse stanziate contribuiranno a migliorare la qualità della vita, sostenendo il lavoro, le imprese e le famiglie. Dall’altro, deve convincere le istituzioni europee della sua capacità di mantenere la disciplina fiscale in un contesto di crescente attenzione alla riduzione del debito. La scelta di finanziare parte delle misure in deficit riflette un’interpretazione espansiva delle regole di bilancio, che rischia però di incontrare resistenze sia interne che esterne, soprattutto in una fase in cui le dinamiche inflazionistiche richiedono prudenza. Il vero banco di prova sarà l’implementazione delle riforme e la capacità del governo di dimostrare che le risorse impiegate genereranno un ritorno economico concreto e sostenibile, evitando così di gravare ulteriormente sulle generazioni future”.


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