Torino

Verrua Savoia, la fortezza sulla piana del Po

di Redazione -


Anche il grande Barbarossa considerò Verrua una roccaforte inespugnabile, tanto è vero che si accampò nelle vicinanze per studiare bene l’assalto e solo quando il governatore del castello si rifiutò di aprire le porte l’imperatore andò su tutte le furie, attaccò le fortificazioni ed il borgo distruggendo tutto. Accadde nel 1167 durante la guerra di Federico I contro i Comuni della Lega Lombarda. Posta su un colle in una posizione strategica la fortezza di Verrua Savoia dominava il corso del Po e gran parte della pianura padana piemontese.

E ancora oggi è così, senza eserciti e assedi, da lassù la vista è eccezionale, un colpo d’occhio incredibile, il panorama spazia sulle province di Torino, Vercelli, Asti e Alessandria. Non è rimasto molto, della fortezza antica c’è solo la Rocca, l’unica porzione del complesso che possiamo ancora vedere oltre a qualche rudere dei bastioni più esterni. La fortezza di Verrua Savoia fu più volte distrutta e ricostruita, la sua è una storia legata a guerre, assedi, distruzioni e passaggi di sovranità dai vescovi di Vercelli ai marchesi del Monferrato e ai Savoia. La prima testimonianza della presenza della Rocca di Verrua risale al X secolo. Ma, Barbarossa a parte, la fama della fortezza è legata soprattutto agli assedi del 1625 e del 1704-1705. Il primo grande assedio sostenuto dal forte di Verrua fu quello del 1625 quando il Duca di Savoia si alleò con la Francia contro la Spagna e l’Austria. Il governatore spagnolo di Milano tentò invano di impadronirsi del castello scatenando pesanti bombardamenti d’artiglieria. Il presidio resistette fino allo stremo delle forze. Il 17 novembre l’esercito spagnolo, sconfitto dai piemontesi e dagli alleati francesi, si diede alla fuga dopo aver perso in tre mesi oltre 10.000 uomini. Il secondo grande assedio avvenne nel 1704 durante la guerra contro i Francesi. Luigi XIV aveva incaricato il generale duca di Vendome di riconquistare il Piemonte.

L’assedio durò circa un anno e alla fine vinsero i francesi ma la strenua resistenza di Verrua consentì di ritardare l’assedio di Torino consentendo all’esercito piemontese di organizzare meglio le difese fino all’arrivo vittorioso di Vittorio Amedeo II e del principe Eugenio di Savoia. Ormai demolita in gran parte la fortezza tornò ai Savoia ma non fu più ricostruita come bastione difensivo e dopo il periodo Napoleonico fu ceduta ai privati. La parte principale della fortezza era costituita dal dongione (donjon), dalle caserme dei soldati e da un pozzo. Nella parte centrale della piazzaforte si trovavano i magazzini super protetti con armi e munizioni mentre la Porta del Soccorso collegava il forte alla pianura. L’imponente complesso venne demolito nel 1707. Nell’Ottocento il forte fu totalmente trasformato e diventò una residenza nobiliare. Il palazzo del governatore divenne la casa del marchese mentre vigne e terreni agricoli rivestirono l’ambiente attorno alla dimora. Ciò che resta della fortezza di Verrua Savoia è stato concesso in comodato d’uso al Comune di Verrua che lo apre al pubblico. Gli esterni della fortezza sono sempre visitabili ma per vedere gli interni la fortezza è aperta tutte le domeniche e i festivi da marzo a ottobre dalle 15,30 alle 18,30 ed è possibile prenotare visite guidate negli altri giorni della settimana. Consultare il sito www.roccaverrua.it

Filippo Re (ilTorinese.it)


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