Stellantis, oggi lo sciopero: “Senza automotive non siamo un Paese industriale”
A Roma oggi è previsto lo sciopero, con un imponente corteo di protesta, contro la politica industriale di Stellantis, coinvolgendo migliaia di lavoratori provenienti da ogni angolo d’Italia. Questo evento assume una rilevanza storica poiché è la prima volta dal lontano 1994 che le principali sigle sindacali del settore metalmeccanico, Fiom, Fim e Uilm, si uniscono in un unico sciopero, dando vita a una mobilitazione di carattere unitario.
Alla manifestazione, oltre ai lavoratori, è prevista la partecipazione di importanti esponenti dei partiti di opposizione, tra cui Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Carlo Calenda, che hanno espresso il loro sostegno alla causa. L’iniziativa non si limiterà alla sola presenza nazionale: infatti, si attendono delegazioni sindacali provenienti da diversi paesi europei e mondiali, confermando l’attenzione internazionale verso la situazione dell’industria automobilistica italiana.
Anche altre sigle come Fismic Confsal, Uglm e l’Associazione Quadri, già presenti alla recente manifestazione a Mirafiori, saranno attive in numerose città del Paese, tra cui Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli. Sotto lo slogan “L’Automotive merita di più”, queste piazze diventeranno il simbolo della richiesta di una maggiore attenzione politica verso il futuro dell’intero comparto.
Ma non solo Roma, i lavoratori Stellantis si uniranno in sciopero anche a Torino: la manifestazione partirà da piazza Castello per raggiungere piazza Palazzo di Città, dove è previsto un presidio dei lavoratori sostenuti dalle sigle Ugl, Fismic e Aqcfr con gli interventi dei segretari generali. “La Città di Torino è e sarà al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in questa giornata di sciopero – ha detto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo -. Come amministrazione, ci impegniamo a fare la nostra parte per sostenere e accompagnare i processi di investimento industriale, con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro, le competenze territoriali e le tante aziende dell’indotto”.
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