Attualità

Indagini Digos in tutta Italia: una rete razzista affiliava minorenni

di Giorgio Brescia -

L'operazione Digos dello scorso settembre


Proseguono le indagini contro i militanti di una rete razzista e suprematista organizzata in Rete e che opera con azioni singole, esercitando l’incitamento alla violenza e all’odio per motivi razziali. Agenti della polizia di Milano hanno eseguito in tutt’Italia perquisizioni delegate dalla Procura dei Minorenni e da quella del Tribunale ordinario del capoluogo lombardo.

Le persone raggiunte questa volta e perquisite sono dieci minorenni e due maggiorenni, tutte indagate per la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Sequestrate nelle loro abitazioni repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al nazifascismo e al suprematismo.

L’attività della Digos di Milano nasce dall’esecuzione di una misura cautelare eseguita il 19 marzo scorso a carico di un giovane minore di origini ucraine arrestato per aver compiuto, di notte, diverse aggressioni sulla linea M2 verde nei confronti di extracomunitari e tentati furti a bordo di alcune auto in sosta.

Il minore, che si dichiarava nazifascista, in più occasioni, prima di compiere le sue aggressioni sulla metropolitana, aveva mostrato la svastica che teneva tatuata sul petto ed esaltato il regime fascista esclamando “i fascisti sono tornati”.

Gli agenti della Digos di Milano, quindi, con il coordinamento della Direzione Centrale della polizia di prevenzione, hanno ricostruito una rete in ambito nazionale, composta per lo più da minorenni che, con chat di messaggistica istantanea, incitavano alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Solo un mese fa, a Milano ma pure a Cagliari e Vicenza era stata messa in azione una indagine simile contro una rete razzista che aveva condotto all’arresto di due giovani di 18 e 20 anni, accusati di far parte del network russo di matrice accelerazionista operativo su Telegram, denominato Aast. I provvedimenti erano stati adottati al termine di un’indagine condotta per un anno dagli investigatori della Digos, sotto la direzione delle Procure della Repubblica di Milano e Cagliari, con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, in sinergia con il Servizio per il contrasto all’estremismo e terrorismo interno della Direzione centrale della Polizia di prevenzione – Ucigos. In particolare, l’indagine aveva accertato che il 18enne era entrato a far parte del gruppo Aast, all’interno di una collegata associazione terroristica di matrice suprematista denominata The Base, entrambe riconducibili al programma internazionale White Suprematist Extremism.


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