Cronaca

Omicidio di Giulia Tramontano: Impagnatiello, il mostro lucido celato dietro il bravo ragazzo

di Rita Cavallaro -


Il mostro celato dietro il bravo ragazzo, un narcisista maligno abituato a prendere qualsiasi cosa purché lo aggradi e a liberarsi di una vita, anzi due, come un bambino stufo del suo giocattolo. È il prodotto di una generazione incapace di provare emozioni Alessandro Impagnatiello, il barman sotto processo per aver massacrato a coltellate la sua fidanzata, Giulia Tramontano, senza fermarsi neppure davanti a quel grembo in cui cresceva il loro bimbo, il piccolo Thiago. A delineare il profilo di questo assassino vigliacco sono stati lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, nella perizia disposta dalla Corte d’Assise di Milano e depositata agli atti del dibattimento che vedono il barman di Senago imputato per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver ucciso la convivente, di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere. Un quadro accusatorio pesantissimo, che alla luce della consulenza psichiatrica mette Impagnatiello di fronte al concreto di rischio di una condanna all’ergastolo.

Perché quando il 27 maggio 2023 si è accanito con 37 coltellate sulla futura madre di suo figlio mai nato Thiago, ha bruciato il corpo nella vasca, ha gettato Giulia come spazzatura in un’intercapedine dietro al box auto, non solo l’ha fatto lucidamente, ma non ha mai pensato neppure un istante alla sua fidanzata. Nella sua mente c’era solo un pensiero fisso: “Ho visto tutto finito”. E non c’è nulla di più finito e definitivo della morte, che Impagnatiello ha premeditato di infliggere a Giulia prima con i tentativi di avvelenamento e poi impugnando un coltello, attraverso il quale eliminare il problema alla radice, cancellando Giulia e Thiago dalla sua realtà per tornare a prendere il controllo della sua esistenza. “Tentai poi di cancellare tutto, come se far sparire una persona fosse come buttare una caramella. Cercavo di eliminare ogni traccia di Giulia, cercai di eliminare Giulia dando fuoco… Ora è tutto chiaro, tutto insensato quello che avevo intenzione di fare. Non era come buttare una caramella, non si può… polverizzare un corpo”. Una presa di coscienza che non attiene al delitto, ma al castigo: quell’essere senza sentimenti non è pentito per quello che ha fatto alla sua fidanzata, ma è impotente di fronte alle conseguenze del suo terribile gesto. Si è sbarazzato del giocattolo, come ha fatto così tante volte da bambino, ma stavolta qualcuno lo vuole punire definitivamente. E lui non capisce il motivo. “Ho visto tutto finito..tutto perso… non c’è una motivazione, non ci sarà mai… Ho visto il mio lavoro, ho visto la mia famiglia, ho visto la relazione con lei…ho visto tutto svanito. Ho visto la mia sconfitta, detta in maniera squallida, agli occhi di tante persone. Poteva essere il collega, poteva essere la famiglia, poteva essere lei, poteva essere chiunque intorno a me… ho visto la sconfitta e colpii Giulia”.


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