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La terza volta di Zelensky dal Papa: l’impegno per la pace

di Andrea Canali -


Si è svolta l’11 ottobre scorso, come da programma, la terza visita del presidente ucraino Zelensky in Vaticano da Papa Francesco. Fondamentali si possono ritenere i colloqui in Segreteria di Stato sulla situazione umanitaria, le vie per una pace stabile e giusta, questioni relative alla vita religiosa nel Paese. Dal leader di Kiev una richiesta di aiuto al Pontefice per il rientro dei prigionieri ucraini in Russia. Soprattutto, in merito alla questione della prigionia dei giornalisti. Una emergenza, quest’ultima, per la quale il presidente Zelensky ha chiesto al Papa di facilitare il ritorno in patria di tutti i reporter imprigionati, alla luce anche della morte della freelance ventisettenne Viktoria Roshchina pochi giorni fa, in una prigione russa, in circostanze non ancora chiarite. Una richiesta di aiuto che segue quella dello scorso anno per il rientro delle migliaia di minori ucraini portati con la forza in Russia. Zelensky l’ha avanzata durante i 35 minuti del colloquio privato con il Pontefice nella sala della Biblioteca, dichiarando: “Per tutti noi in Ucraina tutto ciò che riguarda le persone catturate e deportate è estremamente doloroso. Si tratta di adulti e bambini, molti dei quali civili, che attualmente si trovano nelle prigioni e in campi in Russia”, e postando: “Contiamo sull’aiuto della Santa Sede per quanto riguarda il ritorno a casa degli ucraini catturati dalla Russia”.

Dopo l’incontro con il Santo Padre, sono seguiti i colloqui in Segreteria di Stato con il Cardinale Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Colloqui, quelli avvenuti in Terza Loggia, dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina come già accennato, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese. Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese. La prima visita del leader politico era stata nel 2020, quando ancora si era in piena pandemia con delle iniziali tensioni in Ucraina limitate alla zona est del Paese; il secondo incontro, invece, c’era stato nel maggio 2023, un anno e mezzo dopo il primo missile gettato dalla Russia in terra ucraina. Papa e presidente si erano visti poi a giugno al G7 in Puglia. Quindi in mezzo ci sono lettere, appelli, la missione del cardinale Zuppi e il viaggio di luglio del Segretario di Stato, Pietro Parolin. In Vaticano è arrivato quindi per la sua attuale terza visita, Volodymyr Zelensky verso le 9.40, nel Cortile di San Damaso. Ad accogliere il leader ucraino, il reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, e i Gentiluomini di Sua Santità. L’ucraino in tenuta militare, con la immancabile polo verde con il tridente bizantino, stemma dei principi della Rus’ di Kiev e ora simbolo del Paese, era atteso da Papa Francesco. Quindi il conseguente colloquio a porte chiuse di oltre mezz’ora tra di loro.

Susseguentemente vi è stato il momento del tradizionale scambio di doni, il Papa ha consegnato una scultura in bronzo con la scritta “La pace è un fiore fragile”, insieme al Messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2024 dedicato alla intelligenza artificiale che rischia di acuire “la follia della guerra”. Poi i volumi dei documenti papali, uno in particolare è stato il libro: “Perseguitati per la verità, i greco-cattolici ucraini dietro la cortina di ferro” editrice LEV. Si tratta di un album fotografico a colori, sulla vita clandestina della Chiesa greco-cattolica ucraina, per documentare l’eredità dei martiri e dei confessori della fede. Dal presidente, invece, in dono il dipinto del massacro di Buca che il Papa ha accolto con un commento addolorato per tutti i piccoli che, a causa della guerra, “hanno perso il sorriso”. Rimane una speranza però per la pace, quella del Cardinale Zuppi, di nuovo impegnato a tentare una nuova mediazione. Perché come affermava anche Mahatma Gandhi: “Non esiste una via per la pace, la pace è la via”.


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