Politica

Tavares non rassicura su licenziamenti e delocalizzazione, è bufera su Stellantis

di Lino Sasso -


E’ bufera su Stellantis e sul Ceo del gruppo Carlos Tavares. Dopo l’audizione dell’amministratore delegato avvenuta venerdì della scorsa settimana davanti alla commissione Attività produttive della Camera e Industria del Senato che aveva già suscitato non poche perplessità e molte polemiche, oggi Tavares, parlando dal Salone dell’Auto di Parigi, non ha escluso l’ipotesi di tagliare posti di lavoro e quella di chiudere alcuni stabilimenti italiani a favore di una maggiore delocalizzazione. Un’eventualità che ha suscitato dure reazioni politiche, soprattutto alla luce degli ingenti investimenti pubblici dei quali ha goduto Stellantis nel corso degli anni. Una nota della Lega fa sapere che “le ennesime, sconcertanti, dichiarazioni di Tavares su possibili licenziamenti rendono ancora più urgente e attuale l’operazione verità sui miliardi pubblici incassati da Stellantis. Si tratta di fiumi di denaro che – per le decisioni del gruppo – hanno prodotto utili per i manager, investimenti all’estero e tagli dolorosi in Italia. È uno scandalo che faremo emergere in tutta la sua grandezza”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, taccia le parole di Tavares di “ambiguità, soprattutto laddove viene richiesto un ulteriore intervento assistenzialista da parte dello Stato italiano” e accusa che gli “impegni assunti dalla casa automobilistica sono stati chiaramente disattesi: a fine anno saranno state prodotte poco più della metà del milione di autovetture promesse. La preoccupazione principale resta la salvaguardia dei posti di lavoro, diminuiti di quasi 12mila unità negli ultimi 10 anni”. Duro anche il leader di Azione Carlo Calenda per il quale “Tavares non esclude niente e non dice niente, è l’equivalente del parlare con un pupazzo di gomma”.

Insomma, la situazione preoccupa, le parole del numero uno di Stellantis, sia quelle rese in corso dell’audizione in Parlamento che le dichiarazioni pubbliche, di certo non rassicurano, al punto che dalle opposizioni è stata avanzata la richiesta “che venga al più presto ascoltato il presidente della società, John Elkann”. Per i leader dell’opposizione è “urgente sapere da Elkann, in qualità di azionista del gruppo Stellantis, quali garanzie sul piano dell’occupazione e su quello della produzione ci si possa attendere. Assicurazioni, purtroppo al momento disattese. Anche a fronte del sostegno pubblico di cui la società ha goduto a lungo, ci aspettiamo un impegno su nuovi modelli e chiarezza sul piano industriale”.

Nel frattempo, la situazione di incertezza che ventila negli ultimi giorni ha provocato molte fibrillazioni anche nelle sigle sindacali che hanno deciso uno sciopero per venerdì. “Abbiamo deciso di lanciare uno sciopero unitario Fim-Fiom-Uilm, in programma per venerdì 18 ottobre con manifestazione nazionale a Roma in piazza del Popolo, perché la situazione è drammatica, il nostro Paese sta ingranando la retromarcia per quanto riguarda il settore automotive”, ha affermato Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, incontrando i giornalisti a Napoli in vista della mobilitazione.

Insomma, la situazione preoccupa, le parole del numero uno di Stellantis, sia quelle rese in corso dell’audizione in Parlamento che le dichiarazioni pubbliche, di certo non rassicurano, al punto che dalle opposizioni è stata avanzata la richiesta “che venga al più presto ascoltato il Presidente della società, John Elkann”. Per i leader dell’opposizione è “urgente sapere da Elkann, in qualità di azionista del gruppo Stellantis, quali garanzie sul piano dell’occupazione e su quello della produzione ci si possa attendere. Assicurazioni, purtroppo al momento disattese. Anche a fronte del sostegno pubblico di cui la società ha goduto a lungo, ci aspettiamo un impegno su nuovi modelli e chiarezza sul piano industriale”.

Nel frattempo, la situazione di incertezza che ventila negli ultimi giorni ha provocato molte fibrillazioni anche nelle sigle sindacali che paventano l’ipotesi di uno sciopero.


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