Attualità

Le forbici di Giorgetti per trovare 3 miliardi

di Angelo Vitale -


Giancarlo Giorgetti tifa per una squadra inglese che lui stesso definisce sfortunata e forse destinata alla retrocessione, il Southampton, ma poi paragona il governo Meloni all’Atalanta che viaggiava sempre in mezza classifica per poi aver vinto l’Europa League ed essersi qualificata per la Champions. Tre anni fa era considerato l’architrave di destra, allo Sviluppo economico, nel governo guidato da Mario Draghi ed era chiacchieratissimo quale possibile successore di Matteo Salvini al vertice della Lega, mentre non si faceva problemi di vantare “molta pazienza con le persone moleste”.

Da molti giorni Giorgetti è ora chiacchieratissimo perché ha ricordato al mondo della politica e agli italiani la dolorosa formula della “spending review” che tutti pensavamo di esserci messa alle spalle, la necessità dei sacrifici che ha fatto imbizzarrire la premier Giorgia Meloni. Ammonterebbe a circa 3 miliardi l’obiettivo a cui il governo punta per reperire risorse utili alla manovra 2025. Per trovarli, se nemmeno i suoi colleghi nella maggioranza e nell’esecutivo non vorranno sentirne parlare, il ministro dell’Economia è disposto perfino a fare lui “la parte del cattivo”, sforbiciando semmai, lo dice espressamente senza alcuna remora, i “programmi che non servono” proposti da questo o quell’altro ministro.

“Ho preannunciato a tutti i miei colleghi che bisogna fare sacrifici e rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile”, ha detto alla Festa de Il Foglio. “Tutti quanti chiedono, a volte puoi dire di sì, altre volte bisogna dire di no”, ha ricordato. Le prossime ore ci diranno l’esito della “potatura” nei ministeri, a partire da quello delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato dal suo leader che ha subito fatto capire di mettersi a guardia della trincea del suo budget.

Mettendo da parte ovviamente l’idea, promette, di inserire nuove tasse nella manovra. Lo ha ribadito: “Sicuramente non ci saranno più tasse. “Meno tasse” noi al governo lo stiamo facendo, non lo stiamo promettendo. Basti vedere quello che abbiamo fatto nella scorsa legge di bilancio. Il taglio del cuneo che tutti giudicavano impossibile o provvisorio diventerà strutturale, rispondiamo con i fatti a una narrativa che racconta il contrario”. “In questi giorni – ha aggiunto – c’è stato uno stillicidio di maleinterpretazioni, si tratta di aspettare fino a martedì e poi tutto sarà più chiaro”.


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