Democrazia sotto attacco tra spioni, hacker e infedeltà bancarie
La democrazia sotto attacco, tra spioni dell’Antimafia, hacker che trafugano documenti riservati e perfino insospettabili bancari intenti a setacciare i conti di politici e vip. Su tutto il terribile sospetto, quello che già a marzo scorso, a Palazzo San Macuto, il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, e il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, hanno chiamato con coraggio il mercato delle Sos, ovvero un sistema che coinvolge mandanti, servitori dello Stato infedeli e destinatari più disparati, dai giornalisti ai servizi stranieri. Da allora, da quel verminaio dell’Antimafia ordito dal finanziere Pasquale Striano in concorso con l’ex sostituto della Dna Antonio Laudati e tre giornalisti del quotidiano Domani, le cronache hanno restituito l’immagine di un Paese in mano agli spioni.
C’è la misteriosa squadra Fiore, un nutrito gruppo di ex alti funzionari e 007 che venderebbero dati sensibili ad aziende e addirittura a Stati esteri. C’è l’hacker della Garbatella, quel Carmelo Miano che a soli 24 anni è riuscito a trafugare file riservatissimi dal ministero della Giustizia e a vendere, secondo la Procura di Napoli, gli atti nel dark web, raggranellando milioni di euro. E ieri è sbucato pure il bancario infedele, un dipendente di Banca Intesa, l’istituto di credito che fa da tesoreria ai parlamentari, che si è intrufolato in migliaia di conti correnti. Le vittime di spionaggio e dossieraggio, sono sempre le stesse: il governo e i politici di centrodestra, con qualche spiata qua e là a vip e star tv. Tanto che, di fronte all’ennesimo assalto alle Istituzioni, ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pubblicato una foto insieme a sua sorella Arianna, corredata dal commento: “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”. Le sorelle Meloni, infatti, sono tra le persone spiate dal bancario, che dal 2022 ad agosto scorso si è intrufolato nel rapporti finanziari di migliaia di correntisti. Oltre a Giorgia e Arianna, sono stati colpiti dalle intrusioni illegali l’ex compagno della premier, il giornalista Andrea Giambruno, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, la titolare del Turismo, Daniela Santanché, il ministro per gli Affari Europei e oggi vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme dell’Ue, Raffaele Fitto. Ci sono anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, e quello della Puglia, Michele Emiliano. E perfino il procuratore Melillo, il magistrato che, al suo arrivo alla Dna, si era accorto del colabrodo delle Sos ed era corso ai ripari, con linee guida così stringenti da provocare l’ira di Striano, il quale sentiva di non avere più mano libera per mettere in atto il presunto dossieraggio contro il governo e il centrodestra, attività che portava avanti almeno dal 2018, setacciando su richiesta i dati finanziari e sensibili che, secondo quanto accertato dagli inquirenti, cedeva sistematicamente ai giornalisti. Un vero e proprio verminaio, instillato nella Superprocura, e che è stato sgominato soltanto grazie alla denuncia di Crosetto, colpito dagli articoli di Domani che lo attaccavano rendendo noti compensi e informazioni così riservate che, alla fine, hanno portato all’autore delle spiate, Striano appunto. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha chiesto l’arresto del finanziere, accusato di accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto, in concorso con Laudati e i tre cronisti Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine.
E ora l’altro fronte si è aperto a Bari, con Crosetto di nuovo vittima (e perfino Melillo) del bancario spione, licenziato in tronco e sul quale pende l’accusa di aver violato la segretezza di dati ipersensibili su personalità politiche. L’inchiesta è partita da Bitonto, dove un correntista ha allertato la filiale per il sospetto che qualcuno fosse entrato nei suoi conti. Gli approfondimenti di Banca Intesa hanno consentito di risalire al dipendente, che lavorava in una delle 679 filiali dell’istituto, e portato alla luce accessi illeciti su 3.500 clienti sparsi in tutta Italia.
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