Politica

Elly come Giorgia? Nemmeno in un film

di Giulia Sorrentino -


Elly Schlein come Giorgia Meloni? Cinque parole bastano a tratteggiare una scenografia horror? Difficilmente accade, ma in certi casi il potere della sintesi fa miracoli e Stanley Kubrick ci assumerebbe subito. Leggendo le pagine del Corriere della Sera, in cui Fabrizio Roncone racconta i retroscena di casa Pd (che sembra più che altro la casa del Grande Fratello), emergerebbe che Elly “immagina, nelle dinamiche di potere un partito simile a Fratelli d’Italia. Anzi, diciamola meglio: Elly s’immagina proprio come Giorgia Meloni”. No, non siamo Lercio, e tutto quello che abbiamo riportato è vero e corrisponderebbe ai miraggi della “leader” del Pd. E mentre Heidi sogna e cerca di arrabattarsi tra un campo di grano e uno di girasoli, prima “seducendo” Conte e poi Renzi (coraggiosi entrambi!) Giorgia fa i fatti. Fatti che la vedono avanti nei sondaggi dopo due anni di governo. Un centrodestra che non solo non si è indebolito, ma che è addirittura cresciuto, in una maggioranza che al momento non sembra avere alcun timore. Se domani si andasse a votare gli italiani hanno espresso chiaramente chi sceglierebbero. E questo è un messaggio forte e chiaro anche a chi quella coalizione cerca di minarla, tra talpe interne e giornaletti dai titoli urlanti ma privi di contenuto. Il 47% degli italiani (un 5% in più rispetto al 2022, anno della vittoria delle elezioni) vuole la destra al comando, vuole Giorgia leader e con buona pace dei rossi e dei nostalgici (del comunismo però) è questo il futuro che il nostro Belpaese avrà. Non saranno frizioni o presunti pettegolezzi a mettere in ginocchio l’Italia. Ricordate la frase che Giorgia disse: “Io non sono ricattabile”. Lo ha detto a tutti, nessuno escluso e lo ha dimostrato. Ma, tornando alla Schlein, cosa vorrebbe fare? Si parla di inaffidabilità della destra, quando a sinistra non c’è nemmeno un’alleanza, quando l’unica vittoria, per pochissimi voti peraltro, è stata quella in Sardegna. Si sono dovuti unire tutti “contro” la maggioranza per vincere sull’isola, e lì hanno parlato di “vento di cambiamento”, che però, dopo otto mesi, non abbiamo ancora visto. Quando è che loro si uniranno “per” qualcosa? Quando vedremo la sinistra (se esiste ancora), insieme, per proporre agli italiani un modello da seguire? Consigliamo alla Schlein di studiare il modello di Bacone, che elaborò il metodo scientifico secondo cui, oltre alla parte destruens ce ne dovrebbe essere una costruens. Si può fare opposizione, ma se non si propongono nuove idee, restiamo nell’ambito dogmatico e pregiudizievole di un pensiero mal costruito che a breve non consentirà alla sinistra nemmeno più di parlare di egemonia culturale. Prima dell’egemonia, almeno, la cultura.


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